Per la Siria un raid della coalizione a guida statunitense ha ucciso centinaia di persone
L'attacco avrebbe colpito un “deposito di armi chimiche dello Stato Islamico”, ma le informazioni non hanno conferme indipendenti
L’agenzia governativa siriana Sana afferma che “centinaia di persone, tra cui civili”, sono state uccise nell’est della Siria in un raid compiuto dalla coalizione anti-Isis a guida statunitense contro un “deposito di armi chimiche dello Stato Islamico” nella regione di Dayr az Zor. Sana cita un comunicato dello Stato maggiore delle forze armate siriane. Non si hanno, però, conferme indipendenti della notizia.
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“Molte persone sono morte soffocate per l’inalazione di gas tossici”, secondo l’agenzia Sana. Il raid sarebbe avvenuto il 12 aprile “tra le 17.30 e le 17.50”. Secondo la nota dello stato maggiore delle forze armate siriane “il deposito di sostanze velenose” colpito si trovava a Hatla, a est di Dayr az Zor, in una regione confinante con l’Iraq. Anche queste informazioni, come riportato da tutti i media internazionali, non possono essere verificate in maniera indipendente.
L’incidente, secondo l’esercito siriano, dimostrerebbe che i miliziani del sedicente Stato Islamico e di al Qaida “hanno a disposizione armi chimiche”.
Il report siriano è stato però smentito dalle forze militari statunitensi. Il colonnello John Dorrian, portavoce della missione in Siria, ha detto che non è stato compiuto nessun attacco nell’area nel periodo di tempo indicato. “Le accuse della Siria non sono corrette e probabilmente sono disinformazione intenzionale”, ha scritto ancora in una email indirizzata all’agenzia di stampa Reuters.
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