Siria, raid contro i fedelissimi di Assad: 50 morti, Damasco accusa gli Usa
Attacco contro una base militare nell'est del paese, vicino al confine con l'Iraq: Washington smentisce qualsiasi coinvolgimento
Il governo della Siria ha accusato la coalizione internazionale anti-Isis, guidata dagli Stati Uniti, di aver condotto un raid contro una base dell’esercito nell’est del paese, provocando la morte di una cinquantina di combattenti fedeli al regime di Damasco, tra cui una trentina di iracheni.
Fonti americane, tuttavia, smentiscono.
L’attacco è avvenuto nella notte tra domenica 17 e lunedì 18 giugno 2018 nella zona di nella zona di al-Hari, nella provincia orientale di Deir Ez-zor, vicino al confine tra Siria e Iraq.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, si è trattato di uno dei più micidiali attacchi aerei ai fedelissimi del governo negli ultimi mesi.
I media statali siriani hanno attribuito la responsabilità dell’attacco alle forze della coalizione guidata dagli Usa.
“Non ci sono stati raid delle forze americane o della coalizione in quest’area”, ha detto all’agenzia di stampa Afp una fonte della coalizione.
Nella provincia colpita dall’attacco le Forze democratiche siriane (Sdf), sostenute dall’Occidente, sono impegnate in una campagna contro il sedicente Stato Islamico o Isis al fianco delle forze governative siriane, appoggiate dalla Russia.
Le truppe siriane combattono sulla riva occidentale del fiume Eufrate, mentre le forze democratiche siriane agiscono sulla riva orientale. Al-Hari si trova sul lato occidentale, vicino al fiume.
Il mese scorso una dozzina di combattenti filo-regime sono stati uccisi in un attacco aereo contro le postazioni del governo siriano. Anche in quel caso l’Osservatorio siriano per i diritti umani e i media di stato hanno accusato la coalizione internazionale.
Anche in quel caso il Pentagono ha negato la responsabilità.
A febbraio gli attacchi aerei della coalizione guidati dagli Stati Uniti hanno ucciso almeno 100 combattenti pro-regime nella provincia di Deir Ezzor, inclusi soldati russi.