Un’ora dopo la fine dell’accordo Usa-Iran Israele ha attaccato la Siria
Nove morti, probabilmente iraniani: tensione alle stelle tra Teheran e Tel Aviv
Nella serata di martedì 8 maggio 2018 le forze armate di Israele hanno condotto un raid missilistico contro una base militare siriana vicino a Damasco, nel distretto di Kissweh.
Nell’attacco sono morti almeno nove combattenti pro-regime siriano, probabilmente di nazionalità iraniana (qui tutti gli aggiornamenti sul conflitto in Siria).
Il raid è avvenuto un’ora dopo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato il ritiro degli Usa dall’accordo sul nucleare con l’Iran.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le vittime sono “appartenenti alle Guardie rivoluzionarie iraniane o alle milizie sciite filo-iraniane”.
Il raid ha preso di mira depositi e lanciarazzi.
In precedenza l’agenzia di stampa statale siriana Sana aveva riferito che la difesa anti-aerea aveva intercettato e distrutto due missili lanciati contro il distretto di Kissweh.
Non ci sono stati commenti immediati da parte di Israele, che quasi mai conferma o nega attacchi aerei in Siria.
Nelle ultime settimane è cresciuta la tensione tra Israele e Iran.
Lunedì 7 maggio l’esercito israeliano aveva chiesto alle autorità delle Alture del Golan, nel nord del paese, di aprire i rifugi e di tenerli pronti per la popolazione “a causa di irregolari attività delle forze iraniane in Siria”.
L’Iran ha promesso di rispondere ai recenti attacchi israeliani contro gli avamposti iraniani in Siria.
Lo scorso 9 aprile alcuni militari iraniani sono morti in un attacco aereo contro un aeroporto militare nella provincia di Homs, in Siria.
Il governo siriano e la Russia hanno accusato Israele di essere responsabile del raid.
L’esercito israeliano ha successivamente confermato la propria responsabilità.
Nella notte tra il 29 e il 30 aprile almeno 18 soldati iraniani sono rimasti uccisi in seguito a raid missilistici contro alcune basi militari nella provincia centrale di Hama e in quella settentrionale di Aleppo.
“Per la natura degli obiettivi, è probabilmente un bombardamento israeliano”, ha dichiarato il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman.
Il 30 aprile il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rivelato di essere a conoscenza di “documenti nucleari segreti” che provano che l’Iran non ha mai rinunciato al proprio programma nucleare per scopi militari.
Netanyahu ha affermato di “sostenere pienamente” il ritiro “audace” del presidente Trump dal “disastroso” accordo sul nucleare.