Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:38
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Siria: oltre 30 morti negli scontri tra le forze curde e le milizie filo-turche nella regione di Manbij

Immagine di copertina
Soldati delle Forze democratiche siriane (SDF) a Hassakeh, in Siria nord-orientale. Immagine di repertorio (novembre 2019). Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Almeno 31 combattenti sono rimasti uccisi negli scontri in corso nel nord della Siria tra le milizie appoggiate dalla Turchia e le Forze democratiche siriane (Sdf), sostenute dagli Stati Uniti. La denuncia arriva dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong con sede a Londra, secondo cui almeno sette vittime, tutti miliziani filo-turchi, sono state registrate soltanto oggi, lunedì 30 dicembre, durante i violenti combattimenti tuttora in corso nella regione di Manbij.

Alla fine di novembre le fazioni filo-turche riunite sotto il vessillo del sedicente Esercito nazionale siriano avevano lanciato un’offensiva contro le Forze democratiche siriane (Sdf) nello stesso periodo in cui cominciava la folgorante marcia su Damasco, durata solo 11 giorni, lanciata da una coalizione ribelle dominata dal gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Shaam, che ha rovesciato il regime ultra-cinquantennale degli Assad.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, gli scontri sono ripresi quando un commando delle Sdf ha provato a “infiltrarsi” nei quartieri orientali di Manbij, la città riconquistata a inizio dicembre dalle forze appoggiate da Ankara, “causando la morte di quattro miliziani delle fazioni sostenute dalla Turchia e il ferimento di altri quattro”. Al contempo, secondo l’ong con sede a Londra, i gruppi filo-turchi hanno provato ad attaccare il villaggio di al-Saidiyeen, vicino alla diga di Teshrin, nella provincia di Aleppo, provocando la reazione dell’artiglieria delle Sdf, che ha ucciso almeno altri tre miliziani filo-turchi.

Altri sei combattenti filo-Ankara e tre membri dei gruppi curdi erano rimasti uccisi ieri nello stesso settore di combattimento, mentre 13 miliziani delle fazioni filo-turche e due soldati delle Forze democratiche siriane erano stati uccisi nelle stesse ore negli “aspri combattimenti” scoppiati nella provincia di Aleppo, dove oggi le Sdf hanno annunciato la distruzione di “due radar, di un sistema di disturbo delle frequenze e di un carro armato dell’occupante turco”.

Ankara è in prima linea da anni contro le Forze democratiche siriane, appoggiate dagli Stati Uniti e dall’Europa nella lotta contro il sedicente Stato Islamico (Isis). La spina dorsale delle Sdf infatti è composta dalle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg), ritenuto dal governo turco nient’altro che il braccio siriano del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), considerato un’organizzazione terroristica non solo dalla Turchia ma anche da Usa e Unione europea.

Soltanto ieri però, in un’intervista all’emittente saudita al-Arabiya, il capo del gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Shaam e leader de facto della nuova amministrazione in Siria, Ahmed al-Sharah, aveva ribadito la necessità di integrare tutti i gruppi armati di opposizione al regime, comprese le Sdf, nel futuro esercito del Paese. “Le armi devono restare solo nelle mani dello Stato”, ha detto l’ex esponente di al-Qaeda, conosciuto anche come Abu Mohammad al-Jolani. “Chiunque sia armato e abbia le capacità per entrare a far parte del ministero della Difesa sarà il benvenuto”, ha aggiunto, assicurando che è a “queste condizioni e con questi criteri” che si condurranno i “negoziati” con le Sdf, “nella speranza di trovare una soluzione adeguata”. In precedenza, il comandante delle Forze democratiche siriane, Mazlum Abdi, aveva già sottolineato la disponibilità del gruppo a integrarsi nel nuovo esercito siriano.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Caso Cecilia Sala: Premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi racconta le condizioni nel carcere di Evin
Esteri / Cecilia Sala costretta a dormire per terra in cella. L’Italia chiede all’Iran la liberazione immediata
Esteri / Chi era Shamsud-Din Jabbar, l’attentatore di New Orleans
Ti potrebbe interessare
Esteri / Caso Cecilia Sala: Premio Nobel per la Pace Narges Mohammadi racconta le condizioni nel carcere di Evin
Esteri / Cecilia Sala costretta a dormire per terra in cella. L’Italia chiede all’Iran la liberazione immediata
Esteri / Chi era Shamsud-Din Jabbar, l’attentatore di New Orleans
Esteri / Gaza: 45.581 morti dal 7 ottobre 2023, 28 solo nelle ultime 24 ore
Esteri / Blackout a Porto Rico: il 90% dell’isola resta senza elettricità a Capodanno
Esteri / La denuncia dell’Onu: “L’assistenza sanitaria a Gaza è sull’orlo del collasso per gli attacchi di Israele contro gli ospedali”
Esteri / Sull’isola di Kiritimati nell’Oceano Pacifico è già cominciato il 2025
Esteri / Corea del Sud: emesso un mandato d’arresto per il deposto presidente Yoon Suk Yeol
Esteri / Il messaggio di fine anno di Xi Jinping a Putin: “La Cina promuoverà la pace nel mondo”
Esteri / Anp: Gaza ha perso il 6% della popolazione dal 7 ottobre 2023. Al-Jazeera: "Uccisi da allora 222 giornalisti palestinesi". Onu: "Assistenza sanitaria al collasso per i raid dell'Idf sugli ospedali". Houthi rivendicano attacchi dallo Yemen contro Israele. Tel Aviv: “Basta o farete la fine di Hamas, Hezbollah e Assad”. Usa bombardano la capitale Sana'a. Francia colpisce l'Isis in Siria. Casa bianca sanziona un'organizzazione dei Pasdaran iraniani: "Volevano influenzare le presidenziali"