Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:27
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il dilemma di Omar, diventato uomo sotto i bombardamenti in Siria

Immagine di copertina

Un attivista siriano di 23 anni ha assistito all’evacuazione di al-Waar, uno dei sobborghi ribelli di Homs. Ora deve decidere se abbandonare tutto o rimanere nel paese

La finestra da cui Omar è oggi affacciato ha visto crescere questo ragazzo oggi spaesato e confuso. Omar è diventato un uomo sotto i bombardamenti. 

— Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

“La rivoluzione è scoppiata quando avevo 17 anni”, racconta l’ormai 23enne attivista umanitario siriano, mentre assiste da quel che rimane di casa sua, all’evacuazione forzata di al-Waar, uno dei sobborghi ribelli di Homs, nella Siria centrale. 

Al-Waar è stato assediato per anni dagli Hezbollah, le milizie libanesi vicine all’Iran e alle forze governative. Il quartiere si è definitivamente arreso, nei mesi scorsi, dopo l’intervento militare e politico delle forze russe, alleate di Damasco. Prima che le inedite e massicce proteste popolari del 2011 – “l’inizio della rivoluzione” – lo travolgessero, Omar stava finendo la scuola.

Di fronte non aveva molte prospettive. E anche oggi, non ha molta scelta: lasciare per sempre la sua terra d’origine o “rimanere in un continuo stato di umiliazione?”.

Prima dello scoppio delle violenze, sei anni fa, suo fratello più grande aveva da poco aperto un negozio di telefoni cellulari, una delle occupazioni più frequenti per i giovani nella Siria pre-guerra. Insisteva affinché Omar lo aiutasse con il lavoro, ma il fratello non ne era entusiasta. Ma anche continuare a studiare all’università era una scelta che lo attraeva solo perché lo avrebbe fatto uscire da al-Waar. 

Il dilemma di Omar: rimanere nella sua casa natale, sotto la costante minaccia di chi sembra aver stravinto la guerra. O abbandonare tutto, lasciare sorelle, madre, moglie e figli, ed esser deportato lontano. In un’altra Siria, ancora non controllata dai vincitori di ieri e di oggi. Sperando di ricostruire una vita meno disperata di quella di adesso e di poter così richiamare il resto della sua famiglia. 

Nonostante la guerra e la precarietà, Omar due anni fa si è sposato. Metter su famiglia è stato per lui – come per moltissimi altri siriani – un atto alla ricerca di certezze, forse disperato o forse di resistenza. Da fuori si fa fatica a immaginare come una giovane coppia possa soltanto pensare di mettere al mondo dei figli sotto le bombe e in una situazione d’assedio, in cui spesso e a lungo mancano l’acqua, il pane, il latte. 

Omar lo ha fatto. E da quattro anni riesce a mantenere la famiglia. Lavora come coordinatore della distribuzione di aiuti alle persone giunte ad al-Waar da altre zone disastrate e assediate. Ma la resa, imposta dalle forze russe, impone adesso a Omar e a molti altri attivisti umanitari quella che lui stesso definisce “la scelta più difficile della mia vita”.

Dalla finestra Omar osserva in silenzio chi tra i suoi vicini raccoglie quel poco che ha per prepararsi a partire. Per l’ultimo viaggio, senza poter sperare di tornare ad al-Waar. 

— LEGGI ANCHE: Lettere da Aleppo. La società civile che resiste alla catastrofe 

— LEGGI ANCHE: L’incontro tra una curda e un arabo nella Siria in guerra

— Non restare fuori dal mondo. Iscriviti qui alla newsletter di TPI e ricevi ogni sera i fatti essenziali della giornata

*Di Lorenzo Trombetta, corrispondente Ansa per il Medio Oriente basato a Beirut, con Good Morning Syria

Ti potrebbe interessare
Esteri / Inchiesta – Così il gigante europeo Rheinmetall vende macchine per produrre munizioni a Paesi che armano la Russia
Esteri / Benvenuti nel “nuovo” Medio Oriente: ecco cosa aspettarsi nella regione per il 2025
Esteri / Il grande equivoco di Donald Trump: così il divario tra aspettative e realtà può cambiare gli Usa
Ti potrebbe interessare
Esteri / Inchiesta – Così il gigante europeo Rheinmetall vende macchine per produrre munizioni a Paesi che armano la Russia
Esteri / Benvenuti nel “nuovo” Medio Oriente: ecco cosa aspettarsi nella regione per il 2025
Esteri / Il grande equivoco di Donald Trump: così il divario tra aspettative e realtà può cambiare gli Usa
Esteri / La Cina è già pronta alla guerra con gli Stati Uniti d’America
Esteri / Francia-Germania: perché l’asse che reggeva l’Europa si è arrugginito
Esteri / Siria: Usa raddoppiano le truppe e inviano a Damasco una delegazione per incontrare Hayat Tahrir al-Sham
Esteri / Ucraina: scontro a distanza tra Putin e Zelensky e la Russia torna a bombardare Kiev
Esteri / Gaza: oltre 45.200 morti dal 7 ottobre 2023, 77 nelle ultime 24 ore. Cisgiordania: coloni assaltano e incendiano una moschea in un villaggio palestinese. Israele apre un'indagine. La Svezia non finanzierà più l’Unrwa. Siria: delegazione Usa incontra al-Jolani a Damasco. Centcom: "Ucciso in un raid il leader dell'Isis"
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Perché Luigi Mangione, accusato dell’omicidio dell’a.d. di United Healthcare, è stato incriminato per terrorismo?