Quali rischi per la salute mentale corrono i sei milioni di bambini che vivono in Siria
Tre milioni di bambini siriani sono nati e cresciuti in guerra. Molti fanno uso di alcool e droghe e commettono atti di autolesionismo. Il rapporto di Save the Children
Sono trascorsi quasi sei anni dall’inizio della guerra in Siria e oggi sono 5,8 milioni i bambini che vivono ancora sotto i bombardamenti e hanno bisogno di aiuti. Un bambino su quattro rischia conseguenze devastanti sulla salute mentale.
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Lo rivela il nuovo rapporto Ferite invisibili, presentato il 7 marzo 2017 dall’ong Save the Children, che si occupa di salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti. L’organizzazione indaga – attraverso interviste e testimonianze raccolte tra adulti e minori in Siria – l’impatto psicologico sui bambini coinvolti nel conflitto siriano, facendone emergere un quadro angosciante.
Sono 3,7 milioni i bambini nati durante il conflitto, mentre quelli che hanno meno di 12 hanno passato già la metà della loro vita in una condizione di continuo imminente pericolo. Molti di loro soffrono di incubi notturni e hanno difficoltà ad addormentarsi per il terrore di non svegliarsi più.
La mancanza di sonno e di riposo è estremamente pericolosa per la salute fisica e mentale dei bambini e può portare a gravi conseguenze di natura psichiatrica nonché a malattie a volte mortali.
Sono tantissimi i bambini che smettono di parlare, che soffrono di tremendi mal di testa, difficoltà a respirare e paralisi temporanee degli arti. E tanti i bambini e gli adolescenti che per combattere la paura si rifugiano nelle droghe, nell’alcool o compiono atti di autolesionismo.
In soli due mesi nella città assediata di Madaya, lo staff medico ha segnalato a Save the Children almeno 6 casi di bambini che hanno tentato il suicidio, il più giovane aveva 12 anni.
Paura delle bombe
Una delle principali paure dei bambini è quella di essere strappati alle famiglie e ai loro cari con violenza. Due bambini su tre dicono di aver perso uno dei loro cari. Molti hanno visto uccidere i propri genitori, familiari, amici o li hanno persi perché sono spariti o sono stati arrestati.
Il 50 per cento degli adulti denuncia che gli adolescenti ormai fanno uso di droghe per affrontare lo stress, le violenze domestiche sono aumentate e il 59 per cento degli intervistati conosce bambini e ragazzi reclutati nei gruppi armati, alcuni anche sotto i 7 anni.
“Odio gli aerei, perché hanno ucciso mio padre”, dice continuamente Marwan, un bambino di circa 6 anni di Aleppo che non è più capace di parlare ma sa soltanto gridare.
Una delle più grandi paure dei bambini che vivono ancora in Siria è quella delle bombe: basta il rumore di un aereo che passa o delle grida per generare terrore nei bambini, anche una porta sbattuta dal vento può provocare reazioni di panico.
“Questa ricerca dimostra che le conseguenze del conflitto sui bambini siriani sono devastanti. Bambini che sognano di morire per poter andare in Paradiso e avere così un posto dove poter mangiare e stare al caldo o che sperano di essere colpiti dai cecchini per arrivare in ospedale e magari poter scappare dalle città assediate”, denuncia Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
“Genitori che preferiscono dare in spose le proprie figlie ancora bambine perché non possono occuparsi di loro, generandone la disperazione che in alcuni casi le porta addirittura al suicidio. Bambini lasciati orfani della guerra che pur di avere qualcosa da mangiare si uniscono ai gruppi armati”, dice Neri.
Lavoro minorile, bambini soldato, matrimoni precoci
Tantissimi bambini vanno a lavorare nei mercati, come ambulanti per la strada, per aiutare i familiari che spesso sono rimasti feriti dalle bombe e non possono più procurarsi una fonte di reddito. In violazione delle leggi internazionali sui diritti umani, molti bambini – in particolare i maschi – vengono reclutati da gruppi armati per cucinare e pulire per i soldati nei checkpoint, prima di intraprendere loro stessi la carriera militare.
Le bambine sono invece spesso costrette a matrimoni precoci, un fenomeno ormai in crescita in molte aree del paese. I genitori, non potendo curarsi di queste bambine, le obbligano a sposarsi con uomini di famiglie più ricche che si possano occupare di loro, pensando di tenerle così lontane anche dal rischio di abusi e violenze sessuali.
Alcune tentano il suicidio pur di evitare di finire in spose a uomini che non vogliono. “Nelle nostre strutture abbiamo ricevuto molte giovani ragazze che avevano tentato il suicidio a causa della pressione delle famiglie a sposarsi, perché non volevano farlo o non volevano il partner che era stato scelto per loro. Sono tantissimi anche i casi di abusi sessuali e stupri su ragazze giovanissime”, spiega una psicologa che opera nel sud della Siria.
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Secondo il rapporto sono 2,3 milioni i bambini che hanno abbandonato il paese in cerca di sicurezza e aiuto, fuggendo per la maggior parte nei paesi limitrofi, Turchia, Giordania, Libano e Iraq. Questi bambini hanno subito forti traumi e la maggior parte di loro sono stati testimoni di violenze estreme che li hanno costretti a fuggire.
Si stima che in Siria siano oltre 470mila le vittime dall’inizio del conflitto. L’85 per cento della popolazione vive in condizioni di povertà e 4,6 milioni di persone vivono in aree assediate o difficilmente raggiungibili. Sono 6,3 milioni gli sfollati all’interno della Siria e 4,9 milioni sono rifugiati e hanno dovuto lasciare il paese.
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