L’esercito siriano è pronto ad attaccare i ribelli nel sud est del paese
La regione di Daraa, ancora in mano ai ribelli, si trova al confine con Giordania e Israele. Trump ha fatto sapere che non tollererà interventi armati nella zona
L’esercito siriano è pronto a lanciare l’offensiva contro il sud est della Siria, in un’area ancora controllata dai ribelli, secondo quanto riferito da un comandante vicino a Damasco.
Il capo dei ribelli nella regione di aeraa, nel sud del paese, ha invece dichiarato che non ci sono segni di una mobilitazione in corso e ha accusato Damasco di condurre una guerra psicologica.
Nonostante ciò, i ribelli si sono preparati per un possibile attacco da parte delle forze di Assad.
Dopo aver riconquistato le enclavi ancora in mano ai ribelli intorno alla capitale Damasco e aver ripreso il controllo della città di Homs, nel nord, l’esercito siriano sta concentrando le sue forze contro le zone ancora contese con i gruppi che si oppongono al regime.
Gli Stai Uniti sono preoccupati per le sorti del sud est del paese. Gli Usa l’anno scorso erano riusciti ad ottenere un accordo di demilitarizzazione della zona con la Giordania e il presidente della Siria, sostenuta dalla Russia, per proteggere i confini con Israele.
Ogni violazione del cessate il fuoco nell’area riceverà “una risposta decisa e appropriata”, hanno fatto sapere gli Stati Uniti.
Nonostante gli avvertimenti dell’Amministrazione Trump, Assad continuerà a combattere i “terroristi” attivi nel paese, secondo quanto riportato dal quotidiano vicino al regime, Al-Baath.
La minaccia statunitense sottolinea lo “sporco ruolo americano nella guerra terroristica” nel paese, si spiega nell’editoriale.
Il governo siriano non è ancora riuscito a riprendere il controllo delle zone al confine con Iraq, Turchia, Giordania e Israele.
Di recente, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato che non accetterà mai “il radicamento iraniano in Siria e il trasferimento di armi pericolose dalla Siria al Libano o la loro produzione in Libano”.
Le milizie sciite appoggiate dall’Iran hanno avuto un ruolo molto importante nel supportare militarmente il regime di Assad.
Il premier israeliano ha inoltre fatto sapere che il suo governo sta “operando contro lo schieramento iraniano nell’intero territorio della Siria”.
“Il ritiro delle forze iraniane dalla sola Siria meridionale non sarà sufficiente”.
Anche la Russia, alleato principale del regime siriano, ha affermato che solo le truppe del governo siriano dovrebbero essere presenti sul confine meridionale con Giordania e Israele.
A riferirlo è stato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
Il 28 maggio, inoltre, il governo della Giordania ha reso nota l’intenzione di discutere quanto sta avvenendo nella zone meridionale della Siria con i rappresentanti di Stati Uniti e Russia.
Tutte e tre i paesi, fanno sapere da Amman, vogliono preservare la zona di “de-escalation”, ritenuta una condizione fondamentale per “accelerare gli sforzi per raggiungere una soluzione politica” in Siria.
L’incontro si svolgerà nei prossimi giorni, ma non è stata ancora stabilita una data ufficiale, ha riferito il il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov citato dall’agenzia di stampa RIA.
La zona che la Siria si prepara ad attaccare si trova nella regione di Daraa, al confine con Israele e Giordania.
L’area è inoltre vicina alle alture del Golan, annesse unilateralmente da Israele nel 1967 in seguito alla Guerra dei sei giorni. Di recente, il ministro dell’Intelligence israeliano aveva dichiarato gli Stati Uniti potrebbero presto riconoscere la sovranità israeliana sulle alture.
Israele, tuttavia, teme che l’Iran e Hezbollah, che ha rafforzato il suo potere in Libano dopo le recenti elezioni, abbiano intenzione di costituire una base militare nella zona siriana del Golan.
Così facendo, potrebbero minacciare i confini dello stato ebraico.
Intanto, Iran e Israele hanno tenuto alcuni negoziati indiretti sul prossimo attacco progettato dal regime siriano contro la provincia di Daraa, secondo quanto svelato dal portale saudita Elaph.
Sembra che Teheran e Hezbollah abbiano detto di non aver intenzione di prendere parte alle operazioni.
L’offensiva quindi sarà portata avanti solo dalle truppe di Bashar al-Assad e dalla Russia, mentre Israele si impegna a non intervenire al confine con Siria e Giordania.