Senatore eletto coi brogli. Ma neanche ora che è stato scoperto dovrà restituire un euro
Quattro disegni di legge in tre anni e mezzo, ma solo come cofirmatario. Un 45 per cento scarso di presenze in aula. Due interventi in assemblea nel 2018 e uno nel 2019 in commissione esteri. E poi basta. La poco operosa carriera parlamentare del senatore Adriano Cario, imprenditore argentino eletto con l’Unione sudamericana emigrati italiani (Usei) e poi passato al Maie con l’ex sottosegretario Ricardo Merlo, è arrivata alla fine: a distanza di tre anni e mezzo dal voto, infatti, il suo ex avversario Fabio Porta (Pd), grande sconfitto nella circoscrizione Sud America, è stato convocato dalla Giunta per le elezioni per dimostrare, in contradditorio pubblico, la contraffazione sistematica di almeno 9.790 schede elettorali.
E l’esito appare praticamente scontato, viste le risultanze grafologiche dell’inchiesta avviata dalla Procura di Roma. Entro la fine dell’anno l’aula potrebbe votare la decadenza dell’uno e il subentro dell’altro. Con un problemino: i soldi.
Il senatore eletto in ritardo per errore ha diritto a tutti gli arretrati, ma quelli erogati per errore a un altro non possono essere defalcati. Cario quindi non dovrà restituire un euro di quanto incassato dal marzo 2018 (circa 10 mila euro al mese tra indennità netta, rimborsi a forfait e spese per l’esercizio del mandato), mentre Porta avrà diritto a un indennizzo in proporzione ai giorni persi di legislatura. Chi si accollerà il costo del doppio seggio? Il Senato, ovviamente. Responsabile dei lunghi tempi per l’esame dell’elezione contestata.
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