Nuovi scontri in Birmania tra buddisti e minoranza rohingya
Almeno 4 soldati sono stati uccisi nel terzo giorno di scontri nello stato di Rakhine. I soldati sono stati attaccati da 300 uomini armati di pistole, spade e coltelli
Almeno quattro soldati sono stati uccisi nel terzo giorno di scontri nello stato di Rakhine in Birmania. I media statali hanno riferito che i soldati sono stati attaccati da 300 uomini armati di pistole, spade e coltelli. Nove agenti di polizia sono stati uccisi in attacchi coordinati durante il fine settimana lungo tutto il confine con il Bangladesh.
A Rakhine la situazione è tesa a causa delle tensioni tra buddisti e musulmani della minoranza rohingya. Non è ancora del tutto chiaro chi ci sia dietro questa forza armata di recente attiva nel Rakhine, ma la minoranza rohingya è stata incolpata degli attacchi. I giornalisti non sono ammessi nella zona.
Nel 2012, lo stato di Rakhine era stato teatro di pesanti scontri in cui avevano perso la vita almeno 100 persone e costretto migliaia di rohingya a cercare rifugio in vari campi profughi, dove molti ancora vivono.
I rohingya sono discendenti degli antichi mercanti arabi e abitano in Birmania da generazioni.
Ma la maggioranza buddista del paese sostiene che essi siano migranti bangladesi e quindi è stata negata loro la cittadinanza birmana da parte del governo.
In questi ultimi giorni di scontri le truppe hanno trovato anche sette cadaveri, riferiscono media di stato. Testimoni hanno detto alla Bbc che i corpi sono stati trovati in una fossa comune. L’Onu ha espresso “profonda preoccupazione” e ha chiesto a tutte le parti di “esercitare la massima moderazione”.
“In questa delicata congiuntura, le comunità locali a tutti i livelli devono rifiutare di essere provocate da questi incidenti e i loro leader devono lavorare attivamente per prevenire l’incitamento all’odio reciproco tra buddisti e comunità musulmane”, ha detto il consigliere speciale delle Nazioni Unite per la Birmania, Vijay Nambiar, in un comunicato.