Scontri a San Paolo
Le manifestazioni contro l'aumento dei prezzi dei trasporti pubblici sono sfociate in scontri con la polizia
Quarto giorno di proteste a San Paolo, Rio de Janeiro, Porto Alegre e altre città del Brasile: i manifestanti sono scesi in strada contro l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici deciso dai governi locali. Le manifestazioni sono coordinate dal Movimento Passe Livre (Mpl), un’organizzazione nazionale di ispirazione sociale e apartitica che lotta per un trasporto pubblico gratuito e di qualità. Da subito le autorità hanno tentato di contenere le pressioni della manifestazione che, nonostante i dichiarati intenti pacifici, più volte è esplosa in numerevoli atti vandalici contro banche, negozi e autobus.
Mercoledì 12 giugno i militanti del Mpl di San Paolo avevano richiesto alla Procura la possibilità di aprire un tavolo di trattative con Geraldo Alckmin, governatore dello stato di San Paolo, e Fernando Haddad, sindaco della città, per negoziare una sospensione di 45 giorni della nuova tariffa sui trasporti pubblici, aumento che corrisponde a 0,20 real (0,07 euro). Governatore e prefetto hanno però rifiutato di incontrare i rappresentanti del Movimento Passe Livre, insistendo sulla necessità di applicare questo aggiustamento tariffario per aumentare le entrate fiscali e contenere l’alto tasso di inflazione del Paese.
In seguito al rifiuto, giovedì 13 giugno le manifestazioni hanno ripreso a scuotere le principali città del Brasile e alcuni violenti scontri hanno esasperato la protesta. A San Paolo 5 mila manifestanti si sono riuniti in tardo pomeriggio nei pressi del Teatro Municipale con l’intenzione di far sfilare il corteo per le vie più importanti della città. La situazione, tranquillamente sorvegliata dalla polizia locale, è precipitata intorno alle ore 19 e 10 quando i leader del Mpl hanno discusso con le autorità un cambiamento di rotta nel percorso della manifestazione: secondo alcune testimonianze ad accendere gli scontri è stato il lancio di gas lacrimogeni da parte di alcuni poliziotti in tenuta antisommossa. I manifestanti hanno reagito scagliando oggetti, infiammando cassonetti, vetture e improvvisando barricate. Le sommosse si sono protratte fino a tarda notte, contando centinaia tra arrestati e feriti.
Il sindaco di San Paolo ha condannato la condotta delle forze dell’ordine affermando: “Inizialmente sembrava che la violenza appartenesse ai manifestanti ma, tristemente, oggi non ci sono dubbi, la responsabilità è anche della polizia”. Haddad ha aggiunto che procederà ad individuare i responsabili di tale condotta per prendere i provvedimenti disciplinari necessari. Amnesty International ha espresso il proprio disappunto nei confronti della brutale violenza che ha animato gli scontri, invitando il governo e i manifestanti a stabilire un canale di dialogo affinchè si trovi una soluzione pacifica all’impasse.