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Home » Esteri

Egitto, la famiglia del 27enne italiano fermato dalla polizia: “Sta bene e presto tornerà da noi”

Immagine di copertina
Credit: Facebook/ Cairo International Airport

Calogero Nikolas Valenza, il giovane di 27 anni fermato in Egitto perché sospettato di far parte di una banda di trafficanti di droga, sta bene e presto tornerà a casa. A comunicarlo alla madre Rosanna Mezzasalma è stato lui stesso, riferendo che si è trattato di un errore e che presto rientrerà a Gela (Caltanissetta).

“Speriamo di poterlo abbracciare presto, ha detto all’Agi Davide Valenza, il fratello minore del ventisettenne, “questa notizia ci ha tanto rassicurato”. Il giovane calciatore racconta “che ci sono stati degli errori. Lo stanno rilasciando”. Il ventisettenne  da domenica non dava notizie di sé. Poi la telefonata, in cui Calogero Nikolas ha detto alla madre di “stare tranquilla”.

La telefonata di questo pomeriggio è stata fatta dal cellulare dell’avvocato messo a disposizione dall’ambasciata italiana: “Si attende adesso che il magistrato egiziano firmi il rilascio e nello stesso tempo restituisca al gelese tutta la documentazione per poi fare ritorno in Italia”.

Calogero Nicolas Valenza era stato fermato per degli accertamenti all’aeroporto della capitale egiziana Il Cairo. Lavora come Pr in Spagna, dove vive da quattro anni, e da due giorni la sua famiglia ha perso i contatti con lui. Era giunto a Il Cairo per andare a trovare un’amica. Ma una volta atterrato è stato fermato dalla polizia egiziana. Il nome di Valenza era segnalato. La famiglia Valenza era da giorni in contatto con la Farnesina che si è mobilitata per attivare i canali diplomatici per garantire al giovane italiano ogni suo diritto.

L’ultima telefonata a casa era stata fatta alle 11 di mattina di domenica 23 agosto. Il ragazzo aveva parlato con la madre confermando la sua partenza per l’Egitto quella stessa sera e che si sarebbe fatto sentire una volta arrivato a destinazione.

Una telefonata che non è mai arrivata e il telefono cellulare del ragazzo risultava da allora irraggiungibile. I genitori di Valenza, padre metalmeccanico, madre casalinga, assistiti dall’avvocato Nicoletta Cauchi, hanno cercato di rintracciarlo chiedendo al ministero degli Esteri italiano e all’ambasciata italiana al Cairo. Il fratello minore, Davide, aveva lanciato un appello sui social.

L’Egitto è diventato negli ultimi anni tristemente noto alle pagine dei giornali italiani per l’arresto e l’uccisione del giovane ricercatore italiano dell’università di Cambridge, Giulio Regeni. A febbraio invece è stato arrestato lo studente egiziano dell’università di Bologna Patrick George Zaky che è ancora in carcere.

Leggi anche: 1. “Lo Stato italiano ci ha tradito”: il duro sfogo dei genitori di Giulio Regeni/2.I genitori di Giulio Regeni: “Un fallimento l’incontro tra pm italiani ed egiziani”/3.Centonovantanove lettere per Patrick Zaky/4.Noury (Amnesty) a TPI: “Governo fallimentare su Regeni e Zaky. L’ostilità alle Ong nasce con Minniti”

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