Uno sciopero generale paralizza le principali città del Brasile
I sindacati brasiliani hanno indetto le proteste contro le misure di austerità del presidente Michel Temer e contro le riforme di lavoro e pensioni
Uno sciopero generale indetto dai sindacati brasiliani per protestare contro le misure di austerità del presidente Michel Temer ha paralizzato molte delle grandi città del paese, venerdì 28 aprile. Chiuse aziende e scuole.
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A San Paolo e Rio de Janeiro i manifestanti hanno creato delle barricate di pneumatici in fiamme per bloccare le autostrade e l’accesso ai principali aeroporti.
In alcune città si sono registrati scontri tra la polizia e i manifestanti, nel tentativo di fermare le persone che protestavano e che volevano entrare all’interno degli aeroporti. A San Paolo dieci persone sono state arrestate in seguito alle proteste e ai tafferugli scoppiati.
Tantissimi lavoratori in tutto il paese dovrebbero rispondere alla chiamata allo sciopero di 24 ore, dovuto in gran parte alle riforme di lavoro e pensioni che il governo sta portando avanti.
Lo sciopero permetterà inoltre di estendere le vacanze per il ponte del primo maggio, in occasione della festa dei lavoratori. Si tratta del primo sciopero generale in Brasile in più di due decenni. Ci si aspettano manifestazioni in tutte le più grandi città con un’adesione di oltre 200 milioni di persone.
“Si appresta a diventare il più grande sciopero della storia del Brasile”, ha detto Paulo Pereira da Silva, presidente del sindacato Forca Sindical.
“Temer non vuole negoziare”, ha dichiarato Vagner Freitas, presidente nazionale del Central Workers Union, la più grande confederazione brasiliana. “Vuole solo andare incontro alle richieste degli uomini d’affari che hanno finanziato il golpe”.
Marcio de Freitas, un portavoce di Temer, ha rigettato le accuse, sostenendo che il governo sta lavorando per riparare ai danni economici provocati dal governo del Workers Party. “Il governo sta portando avanti riforme per cambiare questa situazione, creare lavoro e crescita economica”, ha detto.
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