Il più grande porto britannico fermo per sciopero
Da ieri, domenica 21 agosto, i 1900 portuali di Felixstowe, il più grande scalo merci della Gran Bretagna, iniziano uno sciopero di otto giorni per un’aumento dei loro salari, erosi da un’inflazione che raggiunge il 10%. “Nel 2020, il porto di Felixstowe ha realizzato profitti da 61 milioni di sterline mentre la sua azienda madre (la CK Hutchison Holding, ndr) ne ha distribuite 99 milioni ai suo azionisti. Entrambe le aziende hanno dato priorità alla realizzazione di profitti e dividendi multimilionari piuttosto che al pagamento di un salario dignitoso ai propri lavoratori”, ha scritto Sharon Graham, la segretaria del sindacato Unite, il più grande in Gran Bretagna e in Irlanda.
Per evitare la mobilitazione votata un mese fa con il 92% dei voti favorevoli, il datore di lavoro ha proposto un aumento del 7% più 500 sterline. Non è bastato: i lavoratori reclamano il 10%, un aumento proporzionale all’inflazione, a fronte dei due miliardi di sterline di profitti guadagnati dalla holding proprietaria. La mobilitazione si inserisce in un clima di conflitto predominante nel Paese. La settimana scorsa Londra è rimasta paralizzata dallo sciopero nazionale dei trasporti che ha implicato 40mila lavoratori. Dall’altro lato della Manica, sale la pressione tra i portuali tedeschi di Amburgo, impegnati in lunghe negoziazioni che non danno segni di miglioramento, facendo presagire aria di sciopero.
A fronte del clima nell’isola che ha visto la crisi dell’ex premier conservatore Boris Johnson, si sentono già accuse di presunte manipolazioni ad opera del sindacato. Intervistato da Sky News uno scioperante controbatte “Non c’entra nulla con la strategia nazionale (del sindacato). È una cosa che sta accadendo qui, al livello locale, e che riflette ciò che sta succedendo altrove. In tutto il Paese la gente si sente come noi, per questo sembra un’azione coordinata, perché tutti stiamo giungendo alle stesse conclusioni: basta così, non sopporteremo oltre”.
È il primo sciopero del porto dal 1989. I picchetti saranno occupati fino alle 22 di ogni giorno. Gli impatti dello sciopero dei portuali potrebbero essere molto forti, trattandosi del principale snodo dell’export dell’industria inglese. Il gruppo Russel ha previsto che 80 milioni di sterline di beni (soprattutto tessili e digitali) potrebbero essere colpiti dal blocco di Felixstowe.