Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:56
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Perché non bisogna abolire Schengen

Immagine di copertina

Se il trattato fosse abolito, l'Unione europea ne risentirebbe profondamente per almeno due importanti motivi

Ci sono cose che non sono solo questioni di numeri, come Schengen.  Ogni giorno sono circa 3,5 milioni coloro che attraversano le frontiere tra i 22 stati membri dell’Unione europea più Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda e i beni e servizi che vengono scambiati all’interno dell’area Schengen quotidianamente valgono circa due miliardi di euro, ma la questione non si esaurisce qui.

Sebbene, secondo uno studio dell’agenzia di programmazione francese, France Stratégie, la reintroduzione di controlli permanenti all’interno dell’Unione europea costerebbe complessivamente 110 miliardi di euro e diminuirebbe Pil europeo di circa 0,8 punti percentuali nell’arco di un decennio, non sarebbe forse questa la perdita più importante.

Al di là dei costi per ripristinare i controlli alle frontiere che ogni paese firmatario dell’accordo dovrebbe sostenere, degli ingorghi di traffico e del fardello burocratico che deriverebbero dalla sospensione o addirittura dallo smantellamento di Schengen, così chiamato a seguito della città lussemburghese in cui fu firmato e che avrebbero un fortissimo impatto su settori come turismo, commercio al dettaglio, manifattura, industria e chi più ne ha più ne metta, ad essere in discussione è la nostra libertà di movimento. 

Firmato nel 1985 Schengen ha consentito a un’intera generazione di cittadini europei di non conoscere quella tediosa Europa dei controlli, dei muri e degli steccati materiali e immateriali che oggi tornano a tormentare i nostri sogni. 

Quello che è già in atto è un attentato a quello che è stato considerato per anni un processo irreversibile. Una delle principali realizzazioni dell’Unione europea. Lo spazio Schengen oggi permette di viaggiare senza restrizioni all’interno di un territorio costituito da 26 paesi, in cui vivono 400 milioni di cittadini. 

Sei paesi hanno già sospeso Schengen, più o meno parzialmente. 

L’Austria ha da poco confermato che da aprile ci saranno controlli per limitare il flusso dei migranti sui valichi con l’Italia allarmando i presidenti delle regioni frontaliere del Tirolo e del Trentino Alto-Adige.

L’incapacità degli stati membri dell’Unione europea di gestire congiuntamente, tempestivamente ed efficacemente la crisi dei migranti potrebbe produrre un arretramento di portata storica rispetto alla conquista di libertà che Schengen rappresenta.

La difesa di Schengen non è certo uno sforzo di retorica per me, noi siamo l’incarnazione di ciò che Schengen ha prodotto come generazione. Per questo siamo chiamati alle armi per difenderlo.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Ti potrebbe interessare
Esteri / Record di esecuzioni in Arabia Saudita: giustiziate 330 persone soltanto nel 2024
Esteri / Iran: il governo revoca il bando a WhatsApp e Google Play
Esteri / Nave cargo russa affonda nel Mediterraneo: il giallo sul trasporto di armi dalla Siria
Esteri / Donald Trump vuole il controllo della Groenlandia e del Canale di Panama
Esteri / Paesi Bassi: 5 condannati per gli scontri di Amsterdam con i tifosi israeliani del Maccabi Tel Aviv
Esteri / Mi manda Donald Trump: ecco chi è Tilman Fertitta, nominato prossimo ambasciatore Usa in Italia
Esteri / Raid di Israele a Gaza City: ucciso un operatore della Protezione civile. Almeno 45.338 morti nella Striscia dal 7 ottobre 2023. Qatar: "I colloqui per la tregua continuano". Tel Aviv chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu per condannare gli attacchi Houthi. Il ministro della Difesa Katz: "Prenderemo di mira i leader del gruppo in Yemen". Il governo Netanyahu ordina altri missili
Esteri / La battaglia dell’Antitrust a Google sul caso Chrome
Esteri / Guerra in Ucraina, Donald Trump: “Vladimir Putin vuole un incontro il prima possibile”. Ma Mosca frena
Esteri / Gaza: oltre 45.300 morti dal 7 ottobre 2023. Al-Jazeera: “Altre 14 vittime nei raid odierni di Israele". Israele, attentato contro un soldato a Gerusalemme: ferito l'aggressore. Libano: il premier Mikati visita le postazioni militari nel sud. Siria: il leader di Hts riceve a Damasco il ministro degli Esteri giordano Safadi