La denuncia di Save the Children: “12 milioni di minori vittime della schiavitù moderna”
In vista della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani, Save The Children diffonde la XIV edizione del rapporto “Piccoli Schiavi Invisibili” sulle vittime minori sfruttate
Save the Children stima che in tutto il mondo siano oltre 12 milioni i minori vittime di tratta e sfruttamento e coinvolti nelle varie forme di schiavitù moderna, con un trend in aumento. Solo in Europa, come certifica il nuovo rapporto “Piccoli schiavi invisibili” pubblicato oggi dall’ong, in cinque anni (2017-2021) sono state identificate circa 29mila vittime di tratta per sfruttamento sessuale e lavorativo, il 16 per cento ha meno di 18 anni.
Le stime rilevano che nel mondo sono quasi 50 milioni le persone vittime di varie forme di schiavitù moderna, di cui oltre 12 milioni i minorenni, soprattutto nelle forme di lavoro forzato – che comprende quelle ai fini di sfruttamento sessuale, lavorativo e attività illecite – e matrimoni forzati, con un trend in crescita. Tra i minori, 3,3 milioni sono coinvolti nel lavoro forzato, in prevalenza per sfruttamento sessuale (1,69 milioni) o per sfruttamento lavorativo (1,31 milioni) – in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite – mentre 320mila risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono 9 milioni.
Il fenomeno dei matrimoni forzati geograficamente interessa maggiormente l’Asia Orientale (14,2 milioni di persone coinvolte nel 2021, più del 66% dei casi stimati), seguita a distanza dall’Africa (3,2 milioni di persone coinvolte, 14,5%), dall’Europa e Asia Centrale (2,3 milioni di persone, 10,4%). La maggior parte dei matrimoni forzati è organizzata dai genitori delle vittime (nel 73% dei casi) o da parenti stretti (16%) e spesso si lega a situazioni di forte vulnerabilità, quali servitù domestica o sfruttamento sessuale.
Considerando la tratta e lo sfruttamento, nel 2020, l’anno della pandemia, secondo i dati diffusi dall’UNODC a livello globale sono state identificate 53.800 vittime; tra quelle per cui è stato possibile stabilire genere ed età, il 35% è costituito da minorenni (18% femmine e 17% maschi). Queste cifre rappresentano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più ampio e sommerso.
Se consideriamo un lasso di tempo più ampio, che va dal 2011 al 2021, complessivamente, poco più di un quarto (26,2%) delle vittime identificate sono bambine, bambini o adolescenti. La fascia di età in cui si stima il maggior numero di vittime è quella compresa tra i 9 e i 17 anni (21,8%).
Identificare le persone vittime di tratta e di sfruttamento e supportarle nella fuoriuscita da questa condizione è un’azione molto complessa a causa della marginalizzazione estrema e dell’isolamento a cui queste vengono costrette dalle reti criminali o da singoli trafficanti e sfruttatori. Le vittime di tratta e sfruttamento sono spesso invisibili e aiutarle nell’emersione diventa ancora più̀ complesso se si tratta di minori soli, indifesi, vessati da violenze fisiche o psicologiche e costretti a ripagare un debito sotto continue minacce, coercizioni ed inganni.
A loro è dedicato “Piccoli schiavi invisibili”, il rapporto di Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, giunto alla XIV edizione e diffuso in occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio. Quest’anno il Dossier restituisce voce alle vittime minorenni, prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta, incontrate nei progetti di Save the Children o ancora nelle case di accoglienza per minori non accompagnati in Italia, raccontando le loro storie, dai tratti comuni e allo stesso tempo uniche. Storie di assenza, di sogni rubati, di fiducia tradita, di violenze subite, fino all’emersione e al riscatto.