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Le ‘6000 sardine di Amsterdam’ a TPI: “Faremo rete in tutta Europa contro sovranismo e razzismo”

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Viola Dressino, e altre cinque italiane che vivono in Olanda, hanno organizzato in poche ore l'evento delle sardine ad Amsterdam. Un primo passo, assicurano le organizzatrici a TPI, "per creare una rete in tutta Europa"

Le ‘6000 sardine di Amsterdam’ a TPI: “Faremo rete in tutta Europa”

“Siamo aringhe olandesi contro la deriva populista della politica italiana e contro la diffusione di idee sovraniste e razziste a livello europeo. Siamo un gruppo spontaneo apartitico! Unisciti anche tu e nuotiamo insieme nei canali olandesi per promuovere l’arte, a partecipazione e la non violenza come antidoti al populismo!”.

Sono le sardine italiane in Olanda che annunciano una manifestazione anche nella bella Amsterdam: appuntamento sabato 30 novembre alle 15.00 a Dam Square.

“Tutto è partito giovedì scorso, in sei giorni abbiamo messo su la pagina e creato l’evento”, racconta a TPI Viola Dressino, 30 anni, architetto. Anche lei fa parte di quell’esercito di italiani volati all’estero per trovare maggiore fortuna.

“Ero a Bologna quando c’è stata la prima grande manifestazione delle sardine ma non ho potuto partecipare per impegni di lavoro. Mi era rimasto il pensiero. Quando sono tornata ad Amsterdam, ho proposto su un gruppo Facebook di italiani all’estero di lanciare una piccola manifestazione. La proposta è stata accolta anche da altre ragazze ed è stata creata la pagina Facebook. A oggi siamo sei ragazze in prima linea che cercano di organizzare questo evento che è cresciuto molto, oltre le nostre aspettative”.

L’evento “6.000 sardine Amsterdam” conta 1.400 iscritti, un buon numero se si pensa al poco tempo trascorso dalla creazione dell’evento e al fatto che si tratta di italiani che vivono fuori dal Bel Paese.

Una cordata tutta al femminile quella per l’Olanda che coinvolge ragazze dai 20 ai 30: Anna Carolina Bertacchi, Naomi Kelechi di Meo, Michela Grasso, Alessia Morandi, Kris Clarkson e Viola.

“C’è chi studia, chi lavora. Il bello è che in 24 ore abbiamo raccolto tantissime adesioni. E come italiani all’estero ci rendiamo conto di poter guardare le cose da un’altra prospettiva”, spiega Viola.

“Noi partiamo dalle sardine italiane che hanno lanciato questa iniziativa e continuiamo questo flusso all’estero. Siamo italiani, stranieri all’estero. Siamo quei fannulloni del lavoro, come ci apostrofava qualcuno, per la nostra scelta di aver lasciato l’Italia. Potremmo guardare l’Italia e decidere di girarci dall’altra parte. Ma vedere ciò che accade a distanza ti dà la misura per capire le cose con più lucidità”.

E infatti Viola prosegue: “Abbiamo sentito il bisogno di dimostrare che anche all’estero ci sono italiani ai quali non sta bene quello che accade in Italia, e che comunque vogliono scendere in piazza, farsi sentire. Vogliamo dimostrare che c’è un grosso numero di italiani che dice di no a questa dialettica del razzismo, dell’odio e dell’esclusione. A questa ondata di violenza”.

“Gli italiani che ci sono in piazza, senza partiti, sono questi quelli che contano”, specifica Viola. “Ci teniamo a dire che all’estero siamo stranieri, questo termine non ha nulla di negativo. Facciamo un po’ tutte e due le parti, siamo gli stranieri, siamo i diversi, in un Paese in cui vivono molti altri stranieri. Noi partiamo dall’Italia ma non può essere solo una cosa italiana”.

A chi obietta che le sardine non hanno un obiettivo, Viola risponde: “Le persone hanno voglia di scendere in piazza e stare unite per dire che a noi questo tipo di politica, di retorica non va bene. Intanto facciamo un gruppo coeso. Siamo state contattate da Londra, persone in Belgio che ci chiamano per il 2 dicembre, a Dublino il 4 dicembre. Ovunque si stanno muovendo. Noi stiamo facendo questa rete, poi vedremo cosa succederà. Anche l’effetto che avremo. C’è la voglia di fare e di continuare. C’è la voglia di fare qualcosa di più grande tutti insieme. Siamo super entusiasti di partecipare a questa cosa”.

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