Le sanzioni fanno il solletico a Putin. Lo dice anche la Cassa Depositi e Prestiti
Le sanzioni economiche fin qui imposte dall’Occidente stanno facendo il solletico a Putin. Lo ammette anche la Cassa Depositi e Prestiti, che in un recente rapporto riservato a uso interno stima l’impatto delle misure fin qui adottate da Unione europea, Stati Uniti e Regno Unito in un misero 7% sulle esportazioni dalla Russia e in un 12% sulle importazioni. Nel documento dell’ente controllato dal Ministero dell’Economia si legge testuale: «Sebbene le sanzioni commerciali siano una potente arma per la politica internazionale, non sempre riescono ad avere un forte impatto economico». I dati citati da Cdp provengono da un’elaborazione dell’Ispi (Istituto Studi di politica internazionale) sulla base di numeri delle Nazioni Unite.
I grafici mostrano che l’export russo sarà ridotto per un 4% dalle sanzioni dell’Ue, per un 2% da quelle britanniche e per un risibile 1% dai blocchi decisi da Washington. Noi occidentali dovremo rinunciare in particolare a beni alimentari e materie prime energetiche (ma, almeno per ora, non al gas che alimenta l’elettricità delle nostre case, uffici e fabbriche). Sul fronte delle importazioni, invece, le barriere erette da Ovest impediranno l’arrivo sul mercato russo principalmente di beni di lusso (6,9%) e prodotti ad alta tecnologia (5,3%). Meglio non farsi illusioni, insomma: per quanto giusti e inevitabili, i nostri blocchi commerciali difficilmente riusciranno a fermare l’invasore Putin. Al contrario, molto più probabilmente avranno l’effetto di frenare la nostra, di economia.