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Salvare l’oceano usando i contraccettivi

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In Madagascar la conservazione delle risorse ittiche è perseguita con la diffusione di politiche di pianificazione familiare per le donne

C’è un villaggio di pescatori nel sudovest del Madagascar in cui sta prendendo piede una rivoluzione silenziosa.

A Velondriake, dove vive una comunità seminomade dedita principalmente alla pesca, le sorti della conservazione delle risorse ittiche sembrano essere legate alla diffusione dei contraccettivi tra la popolazione locale.

A guidare l’iniziativa è Blue Ventures, un’organizzazione benefica del Regno Unito che si occupa della conservazione dell’ambiente marino.

In Madagascar, i volontari lavorano da anni con le comunità del popolo Vezo, nel sudovest dell’isola, per creare un’industria della pesca sostenibile, affidando agli abitanti del posto la responsabilità di gestirla.

A causa dello sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche e dei cambiamenti climatici, l’ambiente marino locale è sottoposto a gravi rischi.

Gli scarsi servizi sanitari e il rapido incremento della popolazione – gli abitanti nel sudovest dell’isola raddoppiano ogni 10 o 15 anni – mettono a dura prova la regione, dove la maggior parte delle persone vive con meno di 2 dollari al giorno.

Per questo, l’associazione Blue Ventures ha lanciato nel 2007 la campagna sanitaria Safidy, che significa “libertà di scegliere” in lingua malgascia.

Il programma offre servizi di consulenza e assistenza sanitaria per tutto ciò che riguarda la contraccezione e consente per la prima volta alle donne locali di scegliere quanti figli avere e come distanziare le loro nascite, una decisione che non avevano mai potuto prendere, come ha detto Vik Mohan, direttore sanitario dell’organizzazione, alla Thomson Reuters Foundation.

In otto anni di attività, l’uso della contraccezione è aumentato di oltre cinque volte tra le donne in Velondriake, raggiungendo il 55 per cento, a fronte di una media nazionale di circa il 30 per cento, secondo i dati raccolti da Blue Ventures.

“Adesso vediamo che le donne si sentono più libere, sono più sane, hanno più opportunità economiche e possono svolgere un ruolo più attivo nella gestione della pesca”, ha detto Mohan.

La rapida diffusione dell’uso di contraccettivi deriva in parte da buoni rapporti che Blue Ventures ha instaurato con le comunità locali attraverso il loro lavoro per la conservazione delle risorse marine, ma anche da un approccio sensibile alla cultura locale, e volto alla garanzia del diritto all’assistenza sanitaria.

La campagna Safidy adesso coinvolge 20mila persone in 50 villaggi costieri del Madagascar, attraverso cliniche e attività di formazione delle donne locali, che cominciano a offrire loro stesse servizi di pianificazione familiare.

Le donne ricevono i contraccettivi al prezzo di mercato, che poi rivendono nei loro villaggi ricavandone un piccolo guadagno.

Offrono anche attività di consulenza, vendono zanzariere, soluzioni per purificare l’acqua, sali per la reidratazione orale e farmaci per le donne in gravidanza.

Eugene Andriamasy, coordinatore dell’associazione britannica Marie Stopesche fornisce assistenza sanitaria alle donne per quello che riguarda riproduzione e sessualità, in Madagascar, ha detto che la collaborazione con Blue Ventures ha consentito all’associazione di raggiungere persone in aree remote dell’isola più facilmente per fornire loro contraccettivi a lunga durata, come impianti ormonali e dispositivi intrauterini.

“Ci consente di offrire servizi con un miglior rapporto costi-benefici rispetto a quello che potremmo fare da soli”, ha detto Andriamasy alla Thomson Reuters Foundation.

Secondo i dati raccolti da Blue Ventures, l’84 per cento della popolazione di Velondriake riteneva che non ci sarebbero state risorse sufficienti alla loro sopravvivenza se non avessero messo in pratica la pianificazione familiare e che il 90 per cento delle donne vorrebbero poter pianificare le loro gravidanze.

“Le comunità costiere tropicali vivono molto spesso in prima linea i cambiamenti climatici, vivono in estrema povertà e dipendono così tanto dalla pesca che non hanno alternative economiche per sopravvivere”, ha spiegato Alasdair Harris, cofondatore e direttore esecutivo di Blue Ventures.

Circa 500 milioni di persone in tutto il mondo dipendono dall’industria della pesca su piccola scala per il loro sostentamento e il 90 per cento delle riserve ittiche sono sottoposte a un serio rischio. Per questo, c’è un imminente bisogno di dare vita a comunità costiere sostenibili.

Il progetto di Blue Ventures non riguarda solo la consulenza e l’assistenza sulla contraccezione, ma la creazione di più di 60 aree marine gestite a livello locale in Madagascar, amministrate da un comitato di abitanti locali che si occupano di ogni cosa, dall’eccesso di pesca alla lotta al bracconaggio.

Per la realizzazione di questo progetto, Harris ha ricevuto lo Skoll Award for Social Entrepreneurship, il premio più importante per le imprese sociali.

La conservazione su base comunitaria di queste aree marine protette gestite a livello locale si sta ora diffondendo nell’Oceano Indiano occidentale e in altri Paesi africani, tra cui Mozambico, Tanzania e Kenya.

L’approccio di Blu Ventures è stato approvato dagli ambientalisti più importanti, come il britannico David Attenborough che lo ha definito “un modello per tutti coloro che lavorano per la conservazione dei sistemi naturali di supporto vitale del nostro pianeta in difficoltà”.

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