Russiagate, Trump attacca l’Fbi: “La reputazione dell’agenzia è a brandelli”
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Negli ultimi giorni una serie di rivelazioni hanno coinvolto l'ex consigliere della sicurezza nazionale statunitense Michael Flynn
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha attaccato l’agenzia statunitense Fbi, negando di aver chiesto all’ex direttore James Comey di abbandonare l’indagine nei confronti di uno dei suoi uomini di fiducia, l’ex consigliere della sicurezza nazionale Michael Flynn.
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Su Twitter, Trump ha scritto che la reputazione dell’FBI è “a brandelli”, ma che presto “la riporteremo alla sua grandezza”.
L’attacco arriva dopo una serie di sviluppi nell’indagine condotta dal procuratore speciale Robert Mueller sulla presunta interferenza russa nelle elezioni americane.
Trump nega che il suo team abbia collaborato con la Russia durante la campagna elettorale per farlo eleggere.
Nel corso del weekend sono emerse alcuni report secondo i quali Mueller, ex direttore dell’FBI, quest’estate aveva licenziato un agente dell’FBI dall’inchiesta sul Russiagate, dopo che era stato accusato di aver fatto delle osservazioni anti-Trump nei suoi messaggi di testo.
Il presidente ha citato questa vicenda in un suo tweet, scrivendo: “Report: ‘UN AGENTE FBI ANTI-TRUMP HA GUIDATO L’INCHIESTA SULLE MAIL DI CLINTON’ Ora tutto inizia ad avere un senso!”
Tainted (no, very dishonest?) FBI “agent’s role in Clinton probe under review.” Led Clinton Email probe. @foxandfriends Clinton money going to wife of another FBI agent in charge.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 dicembre 2017
After years of Comey, with the phony and dishonest Clinton investigation (and more), running the FBI, its reputation is in Tatters – worst in History! But fear not, we will bring it back to greatness.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 dicembre 2017
Report: “ANTI-TRUMP FBI AGENT LED CLINTON EMAIL PROBE” Now it all starts to make sense!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 dicembre 2017
In un altro tweet, il presidente ha accusato l’emittente ABC News di “rapporti orribilmente imprecisi e disonesti”, dopo che uno dei giornalisti della rete ha ammesso di aver commesso un errore in una storia sul presidente.
Il giornalista Brian Ross ha riferito infatti che Trump era candidato presidenziale quando ha chiesto a Michael Flynn di prendere contatto con Mosca. In seguito ha corretto il suo report, dicendo che Trump era presidente eletto quando ha dato l’ordine. Ross è stato sospeso dalla rete per quattro settimane.
Il generale in pensione Michael Flynn, fino a pochi mesi fa uno degli uomini più fidati del presidente statunitense, negli scorsi giorni si è dichiarato colpevole di aver mentito all’FBI, dopo essere stato formalmente accusato di aver reso dichiarazioni false sui suoi contatti con la Russia in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016.
Trump ha detto che le azioni di Flynn come membro del suo team per la transizione alla guida degli Usa “erano legali”.