Esteri
Uno degli esiti della guerra iniziata poco più di due mesi fa in Ucraina potrebbe essere la disgregrazione del paese “in diversi stati”. A dichiararlo è uno degli uomini più vicini a Vladimir Putin, Nikolai Patrushev, che in un’intervista a Rossijskaja Gazeta, quotidiano ufficiale del governo russo, ha parlato degli obiettivi della cosiddetta “operazione militare speciale” lanciata il 24 febbraio e del ruolo ricoperto da Stati Uniti e paesi occidentali dal punto di vista di Mosca.
“I tragici scenari delle crisi mondiali, sia in passato che ai giorni nostri, sono imposti dal desiderio di Washington di consolidare la sua egemonia, resistendo al crollo del mondo unipolare”, ha dichiarato nell’intervista, ripresa da La Repubblica. “Gli Stati Uniti stanno facendo di tutto perché gli altri centri del mondo multipolare non osino nemmeno alzare la testa, mentre il nostro Paese non solo ha osato, ma ha anche dichiarato pubblicamente che non avrebbe giocato secondo le regole imposte”, ha continuato Patrushev, che attualmente ricopre il ruolo di segretario del Consiglio di sicurezza russo, dopo essere stato in passato direttore del servizio segreto, l’Fsb. “Nel tentativo di sopprimere la Russia, gli americani, sfruttando le loro creature a Kiev, hanno deciso di creare un ‘antipode’ per il nostro Paese, scegliendo cinicamente l’Ucraina, cercando di dividere un popolo essenzialmente unico”, ha affermato Patrushev, rinnovando le accuse all’occidente di voler creare una’”anti-Russia”, già ripetute da Putin. “Non trovando basi per attirare gli ucraini dalla sua parte, Washington, molto prima del golpe del 2014, inculcava negli ucraini l’esclusività della loro nazione e l’odio per tutto ciò che è russo”, ha detto, aggiungendo che “l’odio non può mai diventare un fattore di unità nazionale”. “Se oggi qualcosa unisce i popoli in Ucraina, è la paura delle atrocità dei battaglioni nazionalisti. Pertanto il risultato della politica dell’occidente e del regime di Kiev da esso controllato, non può che essere la disintegrazione dell’Ucraina in più stati”, ha concluso.
Nel corso dell’intervista, l’ex capo dei servizi russi, ha evidenziato che l’obiettivo di Mosca è quello “di distruggere la piazza d’armi del neonazismo creato dall’occidente ai nostri confini”. “La necessità della smilitarizzazione è dovuta al fatto che l’Ucraina, satura di armi, rappresenta una minaccia anche dal punto di vista dello sviluppo e dell’uso di armi nucleari, chimiche e biologiche”, ha ribadito Patrushev, che ha accusato gli Stati Uniti di aver commesso crimini di guerra nei vari conflitti in cui sono stati coinvolti. “Come dimostra la storia, anche la Nato non è mai stata un’alleanza difensiva, ma solo offensiva”, ha detto il segretario del consiglio di sicurezza russo, che ha accusato l’Europa di aver adottato “i cosiddetti valori liberali” chiamando in causa il neoliberismo “che promuove la priorità del privato sul pubblico, l’individualismo che sopprime l’amore per la Patria”. “Con una tale dottrina l’Europa non ha futuro”.