La Russia sospende l’accordo sulle armi nucleari dopo il ritiro degli Usa deciso da Trump
Il Cremlino ha accusato gli Stati Uniti di "tirarsi indietro dai propri obblighi legali internazionali", ma ha chiarito che non schiererà armi a corta e media gittata in l'Europa fino a quando gli Stati Uniti si asterranno dal fare lo stesso
La Russia ha deciso di sospendere la sua partecipazione al Trattato sulle forze nucleari intermedie (Inf) in seguito al ritiro degli Stati Uniti. Lo ha annunciato il presidente russo, Vladimir Putin. “I nostri partner americani hanno annunciato che sospendono la loro partecipazione all’accordo e lo facciamo anche noi”, ha affermato Putin.
Il Cremlino ha accusato gli Stati Uniti di “tirarsi indietro dai propri obblighi legali internazionali”. Ieri Putin aveva convocato il Consiglio di sicurezza russo, con cui aveva parlato “in modo dettagliato” di “stabilità strategica e sicurezza internazionale”.
La Russia quindi svilupperà nuove armi a gittata intermedia dopo l’uscita di Washington dal Trattato Inf del 1987.
Il primo febbraio 2019 il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha ufficializzato l’abbandono degli Stati Uniti del Trattato sul nucleare con la Russia: l’uscita dall’Inf sarà effettiva a partire da oggi, 2 febbraio.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia non intraprenderà colloqui sul disarmo con gli Usa fino a quando Washington “non sarà diventata abbastanza matura da condurre un dialogo equo e significativo su un tema così importante”.
Putin ha comunque precisato che la Russia non schiererà armi a corta e media gittata in l’Europa o altre regioni fino a quando gli Stati Uniti si asterranno dal fare lo stesso. Se gli Stati Uniti si muoveranno per posizionare altri missili in Europa, la Russia risponderà a tono e qualsiasi Paese europeo acconsentirà a ospitare le armi americane sarà a rischio di un attacco russo.
Cos’è l’Inf – Firmato nel 1987 dal presidente statunitense Ronald Reagan e dal sovietico Mikhail Gorbaciov, il Trattato è stato fondamentale nella politica di distensione della Guerra fredda: ha messo fine alla creazione dei missili a medio raggio e ha predisposto l’eliminazione sotto stretto controllo delle parti di quelli già esistenti.
I maggiori beneficiari dell’Accordo furono i paesi europei. Trattandosi di missili a medio raggio, con una gittata compresa tra i 500 e i 5500 chilometri, gli Usa si servivano delle basi militari presenti in Belgio, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Italia per minacciare il territorio sovietico.
L’Urss a sua volta aveva puntato il suo arsenale contro le basi statunitensi in Europa, non potendo colpire direttamente il suolo statunitense, e mettendo quindi a rischio la sicurezza dei cittadini europei.
Per evitare che il continente europeo diventasse teatro di una guerra per procura tra le due superpotenze, la Nato decise di adottare la “doppia decisione”: dispiegò nuovi missili in alcuni paesi Ue, tra cui l’Italia, e nel 1979 avviò i negoziati tra Usa e Urss per il controllo e la limitazione degli armamenti.
L’operazione, conclusasi con la distruzione dei missili a medio raggio, fu un successo diplomatico e soprattutto un sollievo per gli europei , italiani in primis.