Russia, i quotidiani liberali difendono in prima pagina il reporter arrestato
“Io, noi siamo Ivan Golunov”: aprono così i tre principali giornali economico-liberali russi, Vedomosti, RBK e Kommersant.
Russia: reporter famoso per le sue inchieste sulla corruzione è stato arrestato a Mosca
I giornali hanno scelto la stessa copertina per la loro edizione cartaceo del 10 giugno per denunciare l’arresto del giornalista investigativo Ivan Golunov, fermato con l’accusa di tentato spaccio di stupefacenti e al momento agli arresti domiciliari.
Secondo gli osservatori si tratta di una presa di posizione e di una dimostrazione di solidarietà mai vista prima nei confronti di un reporter fermato, secondo i suoi colleghi, per il suo lavoro.
“Non consideriamo convincenti le prove di colpevolezza di Ivan Golunov presentate dall’istruttoria e le circostanze del suo fermo suscitano grandi dubbi”, si legge negli editoriali pubblicati dalle tre testate.
“Non escludiamo che il fermo e il successivo arresto di Golunov abbiano a che fare con la sua attività professionale: chiediamo di controllare dettagliatamente se le azioni degli agenti del ministero degli Interni responsabili dell’arresto di Golunov abbiano rispettato la legge e insistiamo che siano forniti i risultati della verifica ai media”.
Intanto sono stati diffusi i risultati delle analisi condotte dagli esperti del ministero dell’Interno sul giornalista e che sembrano dare ragione a chi nega che Golunov sia stato arrestato per spaccio.
Come spiegato dal capo dell’associazione internazionale per i diritti umani Agora, Pavel Chikov, non sono state trovate sostanze narcotiche e psicotrope nei campioni presi dalle mani e dalle unghie del reporter.
Il test utilizzato, come si legge su RBK, permette di rilevare tracce di droga risalendo a due settimane dal primo contatto, ma i risultati sono sempre stati negativi.
L’arresto
Ivan Golunov è un giornalista del quotidiano online Meduza, famoso per le sue numerose inchieste sulla corruzione tra i funzionari di Mosca. Il giornalista è stato fermato il 6 giugno mentre si recava a un incontro con una fonte.
Gli agenti, aveva spiegato il suo avvocato Dmitri Dzhulai, lo avrebbero arrestato perché in possesso di uno zaino, al cui interno vi sarebbero state delle sostanze stupefacenti.