Russia, approvata la riforma della Costituzione: Putin potrà governare fino al 2036
Il presidente potrà ricandidarsi al Cremlino per altri 16 anni
Russia, approvata la riforma della Costituzione: Putin potrà governare fino al 2036
Si è chiuso oggi in Russia il referendum lungo una settimana sulle modifiche alla Costituzione che permetteranno al presidente russo Vladimir Putin di governare fino al 2036. I dati parziali, con il 26,5 per cento delle schede scrutinate, mostrano che il 73,5 per cento dei cittadini russi ha votato a favore della riforma, secondo quanto riferisce l’agenzia Ria Novosti citando i risultati parziali diffusi dalla Commissione elettorale centrale. L’affluenza a livello nazionale risulta superiore al 64 per cento. Il voto, che doveva tenersi lo scorso 22 aprile, è stato posticipato per via della pandemia di Coronavirus, e le operazioni sono state spalmante su sette giorni per evitare assembramenti e rischio di contagio. Nel paese l’epidemia di Covid-19 registra contagi poco inferiori alla soglia dei 7mila casi al giorno.
Violazioni e proteste
Diversi osservatori indipendenti hanno denunciato violazioni e brogli durante il voto, liquidate dal Cremlino come “fake news”, mentre sono state registrate numerose le segnalazioni di pressioni sui dipendenti della pubblica amministrazione e delle grandi holding di Stato affinché si esprimessero per il “sì”.
Contro la riforma si sono registrate anche alcune proteste: stamattina la polizia russa ha fermato sulla Piazza Rossa otto attivisti che avevano disegnato a terra coi propri corpi il numero 2036, il termine ultimo a cui si allunga la possibilità di Putin di rimanere al Cremlino. Circa 300 persone si sono radunate a Mosca, nella centrale Piazza Pushkin, per protestare contro la riforma, sotto lo slogan “No a Putin eterno”. L’oppositore Aleksei Navalny
Per incentivare i russi a recarsi a votare, il comune di Mosca ha lanciato un programma di ‘premi’ con due milioni di voucher da regalare agli elettori per l’acquisto di beni e servizi fino alla fine del 2020, presentandola come un’iniziativa per “stimolare i consumi”. Anche altre regioni hanno adottato la stessa strategia, con i governatori locali che hanno messo in palio auto o sconti al ristorante.
Cosa prevede la riforma costituzionale
La riforma costituzionale voluta da Vladimir Putin consolida un sistema di potere fortemente centralizzato, ma soprattutto azzera i mandati in capo al presidente. Il vincolo costituzionale dei due mandati consecutivi, infatti, avrebbe impedito a Putin di ricandidarsi al Cremlino dopo il 2024. Ora, invece, la questione della “successione” è di fatto rimandata.
Le altre modifiche attribuiscono al presidente un maggiore controllo sull’esecutivo, riaffermano la preminenza della legge russa sul diritto internazionale, rendono irreversibile l’annessione della Crimea e trasformano il Consiglio di Stato in un organo costituzionale. Ma nella riforma sono contenute anche norme “populiste”, come la fissazione del salario minimo al pari o al di sopra del costo della vita, l’introduzione della “fede in Dio” come fondamento dello Stato e la definizione del matrimonio come unione tra uomo e donna.
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