La Russia nega i funerali ai soldati morti: la censura di Putin sulla guerra in Ucraina
Il governo russo ha stabilito che non ci saranno funerali per i soldati russi caduti in Ucraina al fine di non creare un possibile dissenso interno. Niente bare, né fiori, né preghiere per i giovani russi morti, solo un forno crematorio montato su un camion che si occuperà di far sparire i cadaveri.
Ai parenti verrà notificato solo che il defunto “è morto nell’adempimento del proprio dovere di servizio”, “al di fuori della località di dislocazione permanente”, senza alcun dettaglio su dove siano state disperse le sue ceneri. Ed è probabile che verrà anche chiesto loro di firmare un impegno a non rendere pubblica la notizia della morte del congiunto “negli interessi della Federazione russa”.
Quello dei soldati è uno dei fronti più delicati per il presidente russo. Negli ultimi anni, i funerali dei militari o dei mercenari russi morti in Siria, ma anche di quelli impegnati nel Donbass prima dell’invasione, hanno accesso i riflettori sul coinvolgimento della Russia in questi conflitti, rompendo la narrazione vincente e rassicurante del Cremlino. Nelle prime due settimane di offensiva militare in Ucraina, Mosca non ha diffuso cifre ufficiali sul numero dei caduti. Il silenzio si è interrotto solo il 2 marzo, quando le autorità russe hanno comunicato il primo bilancio di guerra: 498 soldati uccisi, 1.597 feriti.
Per gli ucraini, i numeri dei soldati russi morti sono molto più alti di quelli diffusi da Mosca. Kiev parla di oltre 9mila caduti. Pochi giorni fa, il ministero della Difesa ucraino ha diffuso un vademecum, con tanto di appelli scritti e in video, per spiegare alle madri russe come fare a recuperare i figli finiti prigionieri.