Russia: Mosca oscura 81 media europei tra cui la Rai, La7, Repubblica e La Stampa
La condanna della Farnesina: “Una decisione che non cancella gli effetti di una guerra violenta, devastatrice e illegale”
La Russia ha annunciato oggi il blocco dell’accesso dal proprio territorio ai siti-web e alle trasmissioni di 81 emittenti e testate giornalistiche europee, comprese le italiane Rai, La7, Repubblica e La Stampa. La mossa del Cremlino ha suscitato la reazione della Farnesina, che parla di “una decisione che non cancella gli effetti di una guerra violenta, devastatrice e illegale”.
L’annuncio è contenuto in comunicato pubblicato oggi dal ministero degli Esteri di Mosca, secondo cui queste “contromisure” costituiscono una “ritorsione” per la decisione adottata a maggio dal Consiglio dell’Unione europea di oscurare tre media statali russi: Ria Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta, accusati da Bruxelles di diffondere la propaganda del Cremlino.
La decisione segue l’oscuramento, in corso da più di due anni in Europa, di diversi media russi o filo-russi, tra cui Russia Today. Secondo Bruxelles, Mosca utilizzerebbe queste testate per “diffondere la propria propaganda e condurre campagne di disinformazione”.
Nell’elenco delle testate europee “sanzionate” dalla Russia figurano invece anche Der Spiegel, Frankfurter Allgemeine Zeitung, El Pais, El Mundo, Le Monde, Libération e Afp, Politico Europe e i canali LCI e CNews.
“Diffondono sistematicamente false informazioni sullo svolgimento dell’operazione militare speciale” in Ucraina, ha accusato il ministero russo. Ma, ha avvisato Mosca, “se le restrizioni sui media russi verranno revocate, anche la parte russa riconsidererà la propria decisione nei confronti dei suddetti operatori”.
Non si è fatta attendere la condanna da parte della Farnesina. “Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale condanna con forza la decisione della Federazione Russa di bloccare l’accesso sul suo territorio alle trasmissioni e ai siti di diversi media europei, tra cui gli italiani Rai, La7, La Repubblica e La Stampa”, si legge in una nota del dicastero guidato dal vicepremier Antonio Tajani, che ha definito tale misura “ingiustificata”.
“Esprimiamo rammarico per la misura ingiustificata adottata nei confronti di queste emittenti e testate giornalistiche italiane, che hanno sempre fornito un’informazione oggettiva e imparziale sul conflitto in Ucraina”, prosegue il comunicato. “Questi media hanno seguito criteri di informazione oggettiva, e comunque legata a una interpretazione autonoma dei fatti conseguenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa”.
“Con la scelta di utilizzare in maniera distruttiva la violenza in Ucraina, con la scelta di mettere nel mirino del loro esercito i civili ucraini, le città, le installazioni elettriche e gli apparati tecnici essenziali per la sopravvivenza del popolo ucraino, la dirigenza della Federazione Russa è impegnata in azioni che sono contrarie al diritto internazionale e a ogni principio di legalità e di convivenza civile”, continua la nota. “Tutto questo non verrà cancellato dai divieti imposti ai media e ai giornalisti italiani e di tutto il mondo che continuano a seguire con professionalità e indipendenza azioni devastanti e disumane. Quella della Federazione Russa è una decisione che non rimuove e non attenua gli effetti di una guerra violenta, devastatrice e illegale”.
A proposito di violenza sui civili. Proprio oggi la Corte Penale Internazionale de L’Aja ha emesso una serie di mandati di arresto contro il capo di stato maggiore delle forze armate russe Valery Gerasimov e contro l’ex ministro della Difesa e attuale capo del Consiglio di sicurezza di Mosca, Sergei Shoigu, accusati di crimini di guerra e contro l’umanità per la campagna di bombardamenti indiscriminati sulle centrali elettriche in Ucraina.