La Russia potrebbe vietare le emoji gay
Un senatore russo ha detto che le icone che rappresentano coppie gay minacciano i valori della famiglia tradizionale
La Russia potrebbe proibire le emoji che simboleggiano coppie dello stesso sesso, sulla base della controversa legge contro la propaganda gay approvata nel 2013.
Le emoji sono delle icone che rappresentano persone, espressioni, animali e oggetti di qualsiasi tipo. Sono usate soprattutto nei messaggi e nei social media, e furono create alla fine degli anni Novanta dalla compagnia giapponese NTT DoCoMo. A differenza delle emoticon – segni tipografici che sfruttano la punteggiatura per raffigurare espressioni stilizzate – le emoji sono più realistiche.
Proprio per essere più fedeli alla realtà, recentemente sono state introdotte emoji più variegate, tra cui quelle sulle coppie gay o quelle che rappresentano diversi gruppi etnici. La prima emoji raffigurante una coppia omosessuale fu introdotta dalla Apple già dal 2012, che quest’anno ha aggiunto anche l’immagine di due genitori gay con dei bambini.
L’inchiesta contro le emoji gay, secondo quanto riporta la Bbc, è stata avviata in seguito a una lamentela del senatore russo Mikhail Marchenko, il quale sostiene che le faccine delle coppie gay violino la legge che proibisce la promozione di relazioni sessuali “non tradizionali”. Le emoji, secondo Marchenko, sono una negazione dei valori familiari e mancano di rispetto ai genitori e agli altri membri della famiglia.
Grazie alla legge del 2013 il governo russo è autorizzato a oscurare siti web che difendono i diritti gay. Lo scorso 28 luglio il fondatore di Children-404, comunità online per adolescenti gay e lesbiche in Russia, ha ricevuto una multa di circa 750 euro, accusato di aver distribuito “propaganda sulle relazioni sessuali non tradizionali tra i minori”.