Russia, la testimonianza del pilota di Hitler sulle ultime ore del Fuhrer: “Gli tremavano le mani”
Russia, la testimonianza del pilota di Hitler sulle ultime ore del Fuhrer: “Gli tremavano le mani”
La Russia ha reso pubblica per la prima volta la testimonianza del pilota personale di Hitler, che trascorse con il Fuhrer i suoi ultimi giorni, mentre le truppe sovietiche occupavano Berlino.
Nel racconto, custodito per quasi 77 anni dai sevizi segreti russi, il generale Hans Baur racconta del clima vissuto nel bunker sotto la cancelleria, dove il leader nazista si suicidò il 30 aprile 1945. “Hitler ci fece sapere i primi giorni di aprile che sarebbe rimasto a Berlino per una battaglia decisiva lì. A noi questo non piaceva”, riporta la testimonianza, contenuta nel fascicolo custodito finora dal Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa (Fsb).
Baur, catturato dalle forze sovietiche pochi giorni dopo la morte di Hitler, aveva preparato per il dittatore e gli uomini a lui vicini una piccola squadra di aerei, “nel caso avesse cambiato idea”. Così non fu, nonostante il tentativo di fargli cambiare idea. “I miei soldati non possono più resistere e non lo faranno più. Anch’io non ce la faccio più”, gli avrebbe riferito Hitler, poche ore prima di essersi ucciso ingoiando una capsula di cianuro e sparandosi in testa, insieme alla compagna Eva Braun.
“Ci incontrammo nel corridoio e mi a condusse nella sua stanza. Mi strinse la mano e mi disse: ‘Baur, voglio dirle addio e ringraziarla per tutti gli anni di fedele servizio. Ora cerchi di andarsene da qui’”, ha raccontato Baur ai sovietici, dopo essere stato catturato. Secondo il generale, Hitler “sembrava molto vecchio e smunto. Gli tremavano le mani”. Il dittatore temeva che i soldati sovietici, già arrivati a Potsdamer Platz, avessero l’ordine di catturarlo vivo, iniettando nel bunker un gas sonnifero.
Prima di congedarsi, avrebbe inoltre offerto al suo pilota personale un dipinto da Rembrandt, appeso nella sua stanza. Secondo Baur, Hitler voleva che sulla sua lapide fosse scritto: “Tradito dai suoi generali”. I suoi resti furono invece recuperati dai soldati sovietici nel cortile della cancelleria, dove erano stati lasciati dalle Ss dopo essere stati bruciati.