Russia, la giornalista del blitz in diretta tv Marina Ovsyannikova è stata multata e rilasciata
La giornalista russa Marina Ovsyannikova, apparsa ieri durante il tg della tv russa Channel One con un cartello contro la guerra in Ucraina (qui il video) è comparsa in una foto condivisa sui social dal suo legale presso il tribunale Ostankino di Mosca, dove è stata processata, multata e infine rilasciata. Lo hanno riferito fonti dello stesso tribunale. La notizia è arrivata poche ore dopo che uno dei suoi legali aveva dichiarato alla CNN di non riuscire a trovare la donna, che risultava scomparsa. “Non riusciamo a trovarla”, aveva detto Dmitry Zakhvatov dopo che inizialmente alcuni amici avevano detto che si trovava al dipartimento di polizia di Ostankino.
Dopo aver esposto il cartello “non credete alla propaganda, vi stanno mentendo” in diretta tv, Ovsyannikova era stata subito arrestata dalla polizia, ma poi il suo caso era stato “preso in mano dalle alte autorità”, aveva spiegato Zakhvatov.Su un profilo twitter che riporta il nome della donna, gestito probabilmente da persone a lei vicine, si leggeva che dopo ore trascorse in commissariato era stata messa agli arresti domiciliari.
La giornalista russa si trovava invece al tribunale distrettuale di Ostankino con il suo avvocato specializzato in diritti umani Anton Gashinsky, che ha postato la foto su Twitter per rassicurare chi la dava per dispersa. “Non riconosco la mia colpa“, avrebbe proclamato in aula, sottolineando di aver espresso la sua opposizione al conflitto. “Rimango convinta che la Russia stia commettendo un crimine e che quella in Ucraina sia un’aggressione”.
I legali in un primo momento avevano ipotizzato che la giornalista russa potesse essere accusata di aver diffuso “fake news” sull’offensiva militare, rischiando fino a 15 anni di carcere, come previsto dalla nuova legge sui media approvata dal Cremlino la settimana scorsa, che punisce con la detenzione chi usa il termine “guerra” per riferirsi al conflitto in Ucraina e diffonde “fake news” su quella che Mosca si limita a chiamare “operazione militare speciale”. Sembra invece che il tribunale l’abbia accusata del solo reato amministrativo per l’organizzazione di un “evento pubblico non autorizzato”, in riferimento al video pre-registrato e diffuso sui social dopo l’atto di protesta. La multa potrebbe essere del valore di 30mila rubli (circa 200 euro). Ovsyannikova insomma non è stata accusata di alcuna attività illegale riguardante la sua protesta in diretta TV.
Un altro dei suoi legali, Anastasia Kostanova, aveva raccontato alla BBC russa di aver cercato di raggiungere telefonicamente la sua assistita ma che nessuno dei tentativi era andato a buon fine. “Abbiamo passato la notte a cercarla. Sembra che vogliano nasconderla dai suoi avvocati e che stiano cercando di sottrarle l’assistenza legale. Vuol dire che stanno preparando un processo durissimo”, aveva aggiunto. Secondo lo staff legale il procedimento penale avviato nei confronti della giornalista russa poteva accusare Ovsyannikova di “divulgazione pubblica di informazioni consapevolmente false sull’uso delle forze armate russe“.
Ovsyannikova nel frattempo ha ricevuto decine di messaggi di supporto sui social e anche il plauso del presidente ucraino Zelensky per aver “detto la verità”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha invece definito la sua azione “un atto di teppismo”.