Russia: via libera della Corte Costituzionale alla riforma della Costituzione che permetterebbe a Putin di restare al potere fino al 2036
Per entrare in vigore, la riforma deve superare il referendum popolare, in programma il prossimo 22 aprile
Russia: la Corte approva la riforma della Costituzione voluta da Putin: ecco cosa prevede
La Corte Costituzionale russa ha dato il suo via libera alla riforma della Costituzione voluta dal presidente della Russia Vladimir Putin e già approvata dalla Duma, la Camera bassa del Parlamento, il 10 marzo scorso. La Corte era chiamata a stabilire se le modifiche apportate alla Costituzione vigente fossero compatibili con la legge ma, come detto, non ha ravvisato delle irregolarità, dando quindi la sua approvazione. Tuttavia, per far sì che le modifiche proposte diventino effettive, manca solo un passaggio: il voto popolare tramite referendum, che dovrebbe tenersi il prossimo 22 aprile.
Il condizionale è d’obbligo perché l’emergenza Coronavirus potrebbe far slittare la consultazione addirittura a settembre. Al momento, in Russia, sono poco meno di 100 i casi accertati di Covid-19, ma da qui al mese prossimo la situazione potrebbe degenerare, così come già accaduto in altri Paesi, costringendo il presidente Putin a prendere una decisione drastica per evitare la diffusione dell’epidemia.
Cosa prevede la riforma costituzionale
Ma cosa prevede la riforma della Costituzione voluta da Putin? Il punto sicuramente più importante e anche quello più discusso è quello relativo all’emendamento presentato dall’ex cosmonauta Valentina Tereshkova, ora deputata, che prevede un limite complessivo di due mandati per ciascun presidente, conteggiati, però, a partire dall’approvazione della riforma. Questo escamotage permetterebbe all’attuale presidente Vladimir Putin, il cui mandato scade nel 2024, di ricandidarsi alle elezioni nonostante i due mandati presidenziali consecutivi già alle spalle. In caso di esito positivo del referendum, dunque, Putin potrebbe presentarsi alle prossime elezioni e rimanere in carica addirittura fino al 2036, rimanendo così al potere per 36 anni.
Tra le altre modifiche proposte nella riforma costituzionale, il divieto per gli alti funzionari ad avere “altri passaporti” oltre a quello russo, la concessione alla Duma del potere di nominare il premier, i vice premier e i ministri e il divieto alle unioni gay con il matrimonio che viene esplicitamente definito come unione tra un uomo e una donna. Le opposizioni hanno indetto diverse manifestazioni per protestare contro quello che viene definito un vero e proprio colpo di Stato ad opera di Putin, ma il sindaco di Mosca, Serghej Sobjanin, ha annullato tutte le manifestazioni pubbliche fino al 10 aprile a causa dell’epidemia di Coronavirus.
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