Rsf, 80 giornalisti morti nel 2018: “Violenza senza precedenti”
Nel 2018 è aumentato anche il numero di giornalisti detenuti, passati da 326 a 348
Il 2018 è stato l’anno peggiore per i giornalisti: nel mondo, 80 reporter sono stati uccisi in questo ultimo anno, 15 in più rispetto al 2017.
Nello specifico, quest’anno hanno perso la vita mentre compivano il loro lavoro 63 giornalisti professionisti, il 15 per cento in più rispetto al 2017, 13 giornalisti non professionisti e quattro collaboratori dei media.
Questo il quadro che emerge dai dati di Reporter senza Frontiera, la Ong con sede a Parigi che monitora le violenze che la categoria dei giornalisti affronta ogni giorno e che ha parlato di una “violenza senza precedenti” per il 2018.
Secondo il rapporto della Ong, più di 700 giornalisti professionisti sono stati uccisi negli ultimi dieci anni, più della metà sono stati “deliberatamente presi di mira e assassinati”.
“L’odio verso i giornalisti proferito e persino sostenuto da leader politici, religiosi o uomini d’affari senza scrupoli ha conseguenze drammatiche sul terreno, e si traduce in un aumento preoccupante delle violazioni”, ha affermato Christophe Deloire, segretario generale di Rsf.
Secondo il segretario, una parte della responsabilità di questo clima di odio è dei social media: “Portano una pesante responsabilità in questo senso, questi sentimenti di odio legittimano la violenza e indeboliscono, ogni giorno di più, il giornalismo e con esso la democrazia”
Il paese in cui si è registrato il maggior numero di reporter morti è ancora una volta l’Afghanistan, dove 15 giornalisti sono rimasti uccisi nel solo 2018: il 30 aprile ben 9 giornalisti hanno perso la vita nel paese asiatico.
Al secondo posto la Siria, con un 11 morti, Messico con 9, India con 6 e Stati Uniti dove sono morti 6 giornalisti, di cui 4 nell’attacco alla redazione di Capitolo Gazette del Maryland.
Il rapporto evidenzia anche un altro dato importante: nel 2018 è aumentato il numero di giornalisti detenuti, passati da 326 a 348. Più del 50 per cento è detenuto nelle carceri di Iran, Arabia Saudita, Egitto, Turchia e Cina.
Nel 2018 ci sono stati due omicidi che hanno destato particolare scalpore: il primo risale al 21 febbraio, quando il giornalista Jan Kuciak fu ucciso nel suo appartamento; il secondo, più recente, è quello del saudita Jamal Khashoggi, ucciso nel consolato di Istanbul.