Via libera in Romania al referenudum sulla lotta alla corruzione, ma le proteste continuano
La revoca della legge salva-corrotti e l'annuncio di una consultazione popolare non placano i manifestanti, di nuovo in piazza per chiedere le dimissioni del premier
Dopo le proteste popolari che per circa due settimane, dall’inizio di febbraio 2017, hanno paralizzato Bucarest, il senato romeno il 14 febbraio ha dato il via libera alla decisione del governo di ritirare il controverso decreto denominato “salva-corrotti”, che depenalizza l’abuso di ufficio e altri reati di corruzione. I voti a favore della revoca del decreto sono stati 118, non si è registrato nessun voto contrario.
Il via libera è arrivato dopo che la camera dei deputati ha espresso il proprio consenso riguardo alla proposta di indire un referendum sul tema della lotta alla corruzione. “Un referendum necessario”, ha detto il presidente della Repubblica, Klaus Iohannis, che nei prossimi giorni stabilirà la data della consultazione.
Il passo indietro dell’esecutivo sul “salva corrotti” e l’annuncio del referendum non sono bastate però a placare le proteste di massa, che proseguono ancora sia nella capitale che nelle principali città del paese. I manifestanti chiedono ancora le dimissioni del primo ministro Sorin Grindeanu, e ritengono che il governo abbia perso ogni credibilità dopo la presentazione del decreto.
Il “salva corrotti” conteneva una norma giudicata dai detrattori di Grindeanu “ad personam”, pensata per togliere dai guai il presidente del partito socialdemocratico, Liviu Dragnea, sotto processo per una presunta mazzetta da 24mila euro.
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