In Romania le proteste costringono il governo a ritirare il decreto salva-corrotti
Dopo aver protestato a Bucarest per svariati giorni contro il governo, le richieste dei manifestanti sono state ascoltate
I manifestanti romeni hanno vinto. Dopo aver protestato a Bucarest per svariati giorni contro il governo, dopo l’approvazione di un decreto che avrebbe liberato decine di funzionari in carcere per corruzione, le loro richieste sono state ascoltate. Il governo ha infatti deciso di revocare il decreto in questione.
“Non voglio dividere il Paese, la Romania non può essere divisa in due”, ha detto il primo ministro socialista Sorin Grindeanu in diretta televisiva, trasformando le proteste in festeggiamenti di piazza. Nonostante la vittoria, i manifestanti hanno promesso che continueranno a fare pressione sul governo perché non faccia marcia indietro.
Una folla di almeno 150mila manifestanti si era riunita di fronte agli uffici governativi di Bucarest, in una delle più grandi manifestazioni mai viste in Romania. Proteste si erano scatenate anche in altre città del paese.
Alcuni manifestanti hanno lanciato petardi e fumogeni contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni.
Il governo di sinistra, guidato dal primo ministro Sorin Grindeanu del Partito Socialdemocratico (PSD), aveva dichiarato che il decreto era necessario per fronteggiare il sovraffollamento nelle carceri. Ma secondo i suoi oppositori, si tratta piuttosto di una mossa per liberare i suoi alleati condannati per corruzione.
“La lotta alla corruzione deve andare avanti, non essere annullata”, ha detto il capo della Commissione europea Jean-Claude Juncker, criticando la mossa del governo.
Il decreto di emergenza depenalizza diversi reati e punisce reati di abuso di potere con la carcerazione solo se le somme in gioco ammontano a più di 44mila euro. Uno dei beneficiari immediato del decreto sarebbe proprio il leader PSD, Liviu Dragnea, accusato di aver frodato allo stato 24mila euro.