Romania, la Corte Costituzionale annulla il risultato delle elezioni: “Interferenze della Russia”
La Corte costituzionale della Romania ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali che si è svolto lo scorso 24 novembre a causa di presunte interferenze sul voto della Federazione russa. La decisione dei giudici è stata emanata oggi, venerdì 6 dicembre, a due giorni dal ballottaggio tra il candidato nazionalista Calin Georgescu e l’europeista di centro Elena Lasconi.
Il ballottaggio, dunque, non si terrà e il primo turno elettorale dovrà essere ripetuto.
Due giorni fa il presidente rumeno Klaus Iohannis, leader del Partito nazionale liberale (area centrodestra), ha declassificato un rapporto presentato dai Servizi segreti a fine novembre secondo cui la recente campagna elettorale è stata influenzata da Mosca con almeno 25mila account pro-Georgescu sul social TikTok.
Al primo turno, Georgescu è stato a sorpresa il più votato con il 22,9% delle preferenze, a fronte del 19,18% di Lasconi. Il candidato nazionalista – 62 anni, ex funzionario nel settore Ambiente presso diverse istituzioni e non iscritto ad alcun partito – porta avanti posizioni fortemente critiche verso l’Unione europea, la Nato e il presidente ucraino Volodymir Zelensky.
Anche l’eurodeputato italiano della Lega Roberto Vannacci, marito di una donna rumena, si è speso pubblicamente in favore di Georgescu con un un video sui social in cui si rivolge ai cittadini dicendo che il candidato nazionalista “rappresenta il vostro cambiamento”.
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, George Simion, leader del partito di estrema destra Aur che sostiene Georgescu al ballottaggio, ha gridato al “colpo di stato”. Simion – anche lui candidato al primo turno e arrivato quarto con il 13% – ha peraltro esortato i suoi sostenitori a non manifestare contro la decisione: “Non scenderemo in piazza, non ci faremo provocare”, ha detto. “Questo sistema deve cadere democraticamente”.
La candidata europeista Lasconi, 52 anni, leader del partito liberale Unione Salva Romania, punta il dito invece contro le interferenze russe: “Oggi – ha commentato – è il momento in cui lo Stato rumeno ha calpestato la democrazia. Dio, il popolo rumeno, la verità e la legge prevarranno e puniranno coloro che sono colpevoli di distruggere la nostra democrazia”.
Il primo ministro Marcel Ciolacu, esponente del Partito socialdemocratico, anche lui candidatosi alla presidenza e votato dal 19,15% degli elettori, ha affermato che la sentenza è “l’unica soluzione giusta”: “Il voto dei rumeni – ha detto – è stato palesemente distorto a seguito dell’intervento della Russia. Le elezioni presidenziali devono essere ripetute”.
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