Diventare adulte a dieci anni
In alcuni Paesi africani, i riti di iniziazione prevedono che alcune bambine imparino ad avere rapporti sessuali già da quando hanno otto anni
Grace Mwase aveva solo dieci anni quando imparò cosa vuol dire essere adulti. Insieme ad altre bambine, durante le vacanze scolastiche trascorse due settimane lontana dal suo villaggio, per partecipare a un rito di iniziazione.
Imparò a cucinare, a pulire la casa, a diventare una brava moglie, e come avere rapporti sessuali. Da quel momento, non sarebbe più stata una bambina.
Mwase vive a Golden Village, una comunità rurale nel sud del Malawi. I riti di iniziazione sono una pratica diffusa in diversi Paesi dell’Africa meridionale e centrale, soprattutto nelle aree rurali, e riguardano sia bambini che bambine.
La loro funzione sociale è quella di preparare la transizione al mondo dei grandi. Come scrive l’antropologa Thera Rasing, l’iniziazione “getta le basi per la futura vita adulta, costruendo una nuova identità”.
Secondo quanto riportano le organizzazioni umanitarie sul campo, però, il passaggio da un’età all’altra è doloroso.
“Paghi queste donne per far torturare il tuo bambino”, ha detto il prete anglicano Jones Katete alla Thomson Reuters Foundation. “Quando le bambine finiscono il rito e tornano dal campo, viene detto loro che sono pronte per avere rapporti sessuali”.
Katete riferisce che anche in Zambia e Mozambico bambine tra gli otto e i 13 anni vengono sottoposte ai riti di iniziazione, dove vengono ferite nelle parti intime con dei bastoni per mimare gli atti sessuali.
“Al campo ci insegnarono come comportarci con gli uomini”, racconta Mwase in un’intervista con The Atlantic. “Ci dissero che dovevamo danzare per l’uomo. L’uomo deve stare sopra di te e tu devi danzare per lui, per renderlo felice”.
Nei campi le bambine vengono affidate a un gruppo di donne anziane, che insegnano loro come comportarsi in casa e nella comunità. In genere, tutte le bambine del villaggio partecipano.
Non sottoporsi al rito significa sentirsi diverse ed essere stigmatizzate all’interno della propria comunità. In alcuni villaggi, inoltre, i genitori che non mandano le proprie figlie vengono multati.
Subito dopo l’iniziazione, le bambine sono esortate ad avere un rapporto sessuale. In Malawi viene detto loro che la pelle diventerà secca e fragile se si rifiuteranno.
Le cerimonie in genere si svolgono quando le bambine hanno la prima mestruazione. A volte, però, le madri possono forzare le bambine ad avere rapporti sessuali anticipati, nella speranza che questo favorisca l’arrivo del ciclo mestruale, secondo quanto riferisce Persilia Muianga, dell’Ong World Vision.
Se è vero che l’iniziazione ha una funzione sociale e antropologica, volta a demarcare i confini tra infanzia e vita adulta e le differenze di genere, i motivi dietro il rito sono anche economici.
Come spiega Harriet Chanza dell’organizzazione mondiale della sanità, in un Paese come il Malawi, dove tre quarti della popolazione vive sotto la soglia della povertà assoluta (poco più di 1,10 euro al giorno), far sposare presto le proprie figlie significa non doversene più prendere carico dal punto di vista economico.
Secondo Muianga i matrimoni precoci comportano gravi rischi per le giovani madri. Serie malformazioni dei feti e complicazioni in gravidanza sono comuni perché i corpi delle bambine non sono pronti.
Infine, i rischi di contrarre malattie sessualmente trasmissibili sono anche questi molto alti, dal momento che l’educazione sessuale impartita durante il rito di iniziazione non prevede che si parli dei metodi contraccettivi.