Rio 2016, la nuotatrice cinese che ha gareggiato con il ciclo rompendo un tabù
In una breve intervista a bordo piscina Fu Yuanhui ha ammesso di aver nuotato con le mestruazioni. In Cina solo il 2 per cento delle donne fa uso di assorbenti igienici
Fu Yuanhui, nuotatrice cinese, è già una star del web non tanto per le sue prodezze in acqua, quanto per la sua naturalezza nell’aver candidamente ammesso di aver disputato una gara mediocre a causa delle mestruazioni. La nuotatrice cinese ha così infranto un tabù, parlando in diretta TV del suo ciclo e spiegando il motivo per cui non fosse nel pieno della sua forma fisica.
Questa sua dichiarazione ha scatenato gli utenti cinesi sui social media, i quali hanno lodato Fu per le sue sincere dichiarazioni e per aver ammesso di essere indisposta fisicamente, fattore che ha inciso sul risultato della gara.
Domenica 14 agosto, Fu e le sue compagne hanno disputato la staffetta mista 4×100 metri, piazzandosi al quarto posto. Una volta terminata la gara, la nuotatrice è stata intercettata a bordo piscina da un giornalista al quale ha confessato nella breve intervista di non aver gareggiato molto bene. “Sento di aver mollato le mie compagne di squadra oggi, ma mi sentivo particolarmente stanca a causa del ciclo mestruale. Questa non è una scusa”.
Se gli utenti cinesi hanno lodato Fu sui social media per la sua genuinità e per aver rotto il tabù che circonda i cicli mestruali delle atlete, dall’altra bisogna valutare un altro aspetto, che potrebbe spiegare il perché di tanto stupore. In Cina non si riscontra un’adeguata educazione sessuale e in molte aree del paese sussiste ancora una radicata resistenza culturale verso questo argomento.
Inoltre, secondo uno studio recente condotto da una società americana di ricerca e marketing, Cotton Incorporated, solo il 2 per cento delle donne cinesi utilizza degli assorbenti interni igienici.
Recente è anche il lancio della prima linea di assorbenti interni femminili prodotta entro i confini nazionali. L’ideatore è un uomo, Ye Deliang, 51 anni, ingegnere elettrico, che presto immetterà sul mercato nazionale cinese la prima linea di assorbenti femminili, promuovendola attraverso una campagna sui social media a cui si affiancherà anche una campagna sui benefici che questi apporteranno sulla salute e sull’igiene femminile.
In Cina attualmente vivono 670 milioni di donne, di cui 377 milioni hanno un’età compresa tra i 15 e i 50 anni e rappresentano una fascia consistente della società, ma non sarà così facile scardinare certe convinzioni culturali e convincerle ad acquistare un simile prodotto.
Sulla base dell’indagine condotta, “una donna su quattro in Cina ammette di essere propensa a usare assorbenti o tamponi interni se ricevessero adeguate indicazioni su come usarli”. A parte una piccola percentuale di donne istruite, nella maggior parte delle aree del paese non vi è un’adeguata educazione sessuale. Molte di loro non sanno nemmeno cosa sia un tampone, e tante altre credono che l’inserimento di un assorbente interno possa provocare la perdita della verginità.