Ecco perché presto dovremo ricaricare il cellulare solo quattro volte l’anno
I ricercatori dell’università del Michigan e di Cornell negli Stati Uniti hanno realizzato un nuovo materiale che permette ai processori del telefono di funzionare utilizzando 100 volte meno energia di quella attualmente impiegata
Lo smartphone nel corso degli anni è diventato uno strumento indispensabile, sia per la vita lavorativa che per quella privata.
Grazie al cellulare riusciamo a compiere moltissime azioni, come prenotare viaggi, muoverci in città, realizzare foto e video, controllare le notizie, acquistare oggetti e ordinare il cibo direttamente a casa. Ma proprio in virtù di tutte le attività che riusciamo a svolgere con esso, ricaricare la batteria più volte al giorno, oltre a una necessità, è diventato un gesto abitudinario del quale non ci accorgiamo nemmeno più.
Siamo spesso alla ricerca di fonti di energia dove poter attaccare il nostro carica batterie, o portiamo con noi sempre una batteria di riserva.
I ricercatori dell’università del Michigan e di Cornell negli Stati Uniti sono riusciti a realizzare un nuovo materiale che rappresenta una svolta nel campo della tecnologia per dispositivi mobili.
Questo materiale magnetoelettrico e multiferroico permette ai processori del telefono di funzionare utilizzando 100 volte meno energia rispetto a quella attualmente necessaria.
Come illustrato in un documento sulla rivista scientifica Nature, il materiale è composta da sottili strati di atomi che costituiscono una pellicola polarizzata, la quale è in grado di passare dal polo negativo a quello positivo solo con un piccolo impulso di energia.
Gli scienziati hanno applicato questo principio alla trasmissione del codice binario, ovvero quello con il quale operano i nostri computer, ciò significa inviare e ricevere dati utilizzando solo una frazione dell’attuale elettricità necessaria. Come riporta l’Independent, grazie a questa scoperta, potremmo dover ricaricare il nostro telefono solo 4 volte in un anno.
Attualmente, i processori sono costruiti utilizzando sistemi a semiconduttori che necessitano di un flusso costante di energia elettrica. Ma i processori costruiti utilizzando i sistemi multiferroici e magnetoelettrici avrebbero bisogno solo di piccoli impulsi di energia elettrica, usando molto meno energia.
“L’elettronica consuma attualmente il cinque per cento dell’energia totale globale e i consumi sono in costante crescita”, secondo Ramamoorthy Ramesh, direttore del laboratorio Lawrence Berkeley National.
Entro il 2030, l’elettronica potrebbe consumare dal 40 al 50 per cento dell’energia globale. La creazione di processori a basso consumo energetico potrebbe avere un impatto significativo per invertire questa tendenza.