Nessun “broglio”: il Tribunale del Brasile respinge il ricorso di Bolsonaro e lo multa
Non è andato come sperava il ricorso presentato dal presidente uscente del Brasile Jair Bolsonaro al Tribunale elettorale del Paese, con il quale contestava l’esito del ballottaggio perso contro Lula lo scorso 30 ottobre: i giudici hanno respinto la sua istanza di presunti “brogli” sul voto elettronico e hanno multato il partito del leader di estrema destra per 23 milioni di reais, circa 4 milioni di euro. Il presidente del Tribunale, Alexandre de Moraes, ha spiegato che la decisione è stata presa perché non è stata presentata alcuna prova credibile a sostegno delle accuse con cui si intendeva “avviare in mala fede e in modo irresponsabile una disputa legale”.
Tra i due sfidanti c’erano poro più di due milioni di voti di differenza, Bolsonaro ha però dato la colpa a una parte delle 287 mila urne elettroniche: sosteneva che alcune macchine elettorali fabbricate dopo il 2020 hanno il numero di serie e quindi non possono essere chiaramente identificate. Il suo ricorso si basa su uno studio condotto da Voto legal, un istituto non riconosciuto dal Tribunale Elettorale, secondo il quale l’esito delle elezioni lo premierebbe con il 51,05 dei voti. Nell’istanza aveva chiesto che una parte dei voti venissero annullati, un argomento ritenuto “ridicolo e illegale” da Moares.
Il presidente uscente ha taciuto per tre settimane dopo la sconfitta, senza fare le congratulazioni allo sfidante Lula. Cosa che invece ha fatto il vice presidente, Hamilton Mourão, che si è detto convinto che non ci sono state frodi elettorali. Sembra di rivivere i momenti in cui Donald Trump soffiava sul vento della protesta dei suoi sostenitori non riconoscendo la vittoria di Joe Biden e ostacolando il passaggio di testimone all’amministrazione Biden.