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Home » Esteri

I recovery degli altri: più risorse per ambiente e digitale nei piani di Francia e Germania

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Il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, il ministro dell'Economia e delle Finanze francese, Bruno Le Maire, il ministro dell'Economia, Daniele Franco e la ministra dell'Economia e dell'Impresa spagnola, Nadia Calviño in un messaggio comune sui rispettivi piani in videoconferenza, 28 aprile 2021. ANSA/MEF

Berlino stanzia il 90 per cento delle risorse su green e digitale. Parigi prevede di utilizzare il 50 per cento dei fondi per interventi a favore della transizione energetica, e il 25 per cento verso quella digitale. In Italia la quota dei progetti 'verdi' è pari solo al 40 per cento del totale, quella dei progetti digitali al 27 per cento

Non è solo l’Italia a guardare alla scadenza del 30 aprile per inviare la bozza del Recovery Plan a Bruxelles: anche altri Paesi Ue hanno sottoposto o si apprestano a sottoporre i propri piani nazionali alla Commissione europea, che stamattina ha comunicato di aver ricevuto le proposte di Germania e Grecia che si aggiungono a quella del Portogallo consegnata la settimana scorsa.

Oggi, il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, il ministro dell’Economia e delle Finanze francese, Bruno Le Maire, il ministro dell’Economia, Daniele Franco e la ministra dell’Economia e dell’Impresa spagnola, Nadia Calviño hanno lanciato un messaggio comune sui rispettivi piani in videoconferenza, all’indomani del giorno in cui Parlamento italiano ha approvato il Pnrr.

Sempre nella giornata di ieri, i ministri delle Finanze di Francia e Germania, Bruno Le Maire e Olaf Scholz, hanno presentato in maniera congiunta i propri piani per l’erogazione dei fondi di Next Generation Eu. “Oggi è un buon giorno per l’Europa. Germania e Francia presentano i propri piani per la ripresa”, ha detto Scholz. “Il piano per la ripresa Ue rende possibile per tutti gli stati membri adottare misure che ci facciano riemergere più forti dalla crisi”. Ma vediamo cosa sappiamo finora i piani degli altri principali Paesi Ue.

PORTOGALLO – Lisbona è stata la prima a presentare il piano a Bruxelles, bruciando sul tempo tutti gli altri Paesi. Il piano portoghese si basa su poco più di 16 miliardi di euro, in gran parte costituiti da sussidi, con solo 2,7 miliardi di euro di prestiti che per ora il governo portoghese prevede di richiedere, almeno per il momento. Il Recovery Plan portoghese prevede di spendere più del 17 per cento delle risorse sulla sanità, poco meno per un piano sugli alloggi alle fasce più deboli della popolazione e circa l’8 per cento dei fondi per combattere la povertà e le disuguaglianze.

GERMANIA – Il piano di ripresa e resilienza della Germania prevede misure per un importo complessivo di 27,9 miliardi di euro. Il ministro delle Finanze Scholz ieri ha svelato che il 90 per cento delle risorse europee saranno investite su progetti legati a contrasto del cambiamento climatico e sulla digitalizzazione, andando ben oltre le soglie minime di spesa fissate da Bruxelles per le due categorie, pari a circa il 37 per cento e il 20 per cento.

Berlino spenderà circa 11,5 miliardi di euro in progetti “verdi” (dall’uso dell’idrogeno come fonte di energia agli incentivi ad auto, bus e treni elettrici, passando per l’efficientamento energetico degli edifici). Sul cambiamento digitale saranno investiti invece 14 miliardi, per l’ammodernamento di istruzione, salute e Pubblica amministrazione. Per quanto riguarda l’impatto del piano, secondo le stime citate da Scholz, le misure dovrebbero tradursi in un incremento del 2 per cento del Pil e in una crescita del 0,5 per cento dell’occupazione.

FRANCIA – La Francia dovrebbe avere accesso a circa 40 miliardi di euro, che investirà soprattutto per investimenti di lungo termine. Il piano francese prevede di utilizzare il 50 per cento dei fondi per interventi a favore della transizione energetica, e il 25 per cento verso quella digitale.

Il testo è incardinato su tre pilastri: ecologia, competitività e coesione sociale e territoriale, a propria volta suddivisi in 9 missioni. Per quanto riguarda la transizione ecologica, Parigi punta su quattro progetti di rinnovazione energetica, ecologia e biodiversità, infrastrutture e mobilità verde, energia e tecnologia verde.

Ieri il ministro dell’Economia francese Le Maire ha invitato la Ue a “fare in fretta” con l’erogazione dei fondi, per mantenere l’economia continentale al passo nella corsa alla ripresa con Usa e Cina. “Oggi la priorità è investire massicciamente, non consolidare le finanze pubbliche”, ha detto Le Maire. “Abbiamo imparato le lezioni del passato. Torneremo a finanze pubbliche solide non appena la crisi Covid sarà alle nostre spalle”.

SPAGNA – La Spagna è stata per mesi in testa all’elenco dei beneficiari del Recovery tra i grandi Paesi, ma poi ha invece deciso di rinunciare ai prestiti del Next Generation Eu, come Francia e Germania. Madrid punta a 140 miliardi di investimenti pubblici entro il 2026, di cui oltre due miliardi sono già stati anticipati dal governo alle Regioni. Il 40 per cento delle risorse andranno alla transizione ecologica e il 30 per cento a quella digitale.

Il piano spagnolo si basa su tre pilastri e punta ad offrire una migliore assistenza domiciliare, al miglioramento dei servizi sociali e alla protezione dell’infanzia e all’eliminazione delle barriere di accesso nelle pubbliche amministrazioni. L’obiettivo indicato dalla ministra dell’Economia spagnola, Nadia Calviño, è fare della Spagna “uno dei motori” della ripresa europea.

ITALIA – Nel discorso con cui ha presentato il Pnrr alle Camere, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato che “nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro. A tali risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma React-Eu che, come previsto dalla normativa Ue, vengono spese negli anni 2021-2023. Si tratta di altri fondi per ulteriori 13 miliardi”.

“Se si tiene conto solo di Rrf e del Fondo Complementare, la quota dei progetti ‘verdi’ è pari al 40 per cento del totale. Quella dei progetti digitali il 27 per cento, come indicato dalle regole che abbiamo deciso in Europa. Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento“.

Leggi anche: 1. Fratoianni a TPI: “Conte caduto per il Pnrr, ma Draghi lo ha gestito anche peggio” /2. Recovery plan, salta il salario minimo nell’ultima versione inviata al Parlamento /3. “Pensavamo che con Draghi ci sarebbe stata una svolta, ma nel Pnrr le donne sono ancora invisibili”: parla l’economista Azzurra Rinaldi

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