Razzi da Gaza, colpiti un ospedale e una fabbrica ad Ashkelon: due morti
Nell’escalation di tensione che in queste ore scuote la Striscia Gaza sono stati colpiti dai razzi palestinesi anche un ospedale e una fabbrica ad Ashkelon, città israeliana a pochi chilometri dal confine.
I morti sul fronte israeliano sono saliti a tre, mentre da parte palestinese il bilancio provvisorio è di 9 vittime, tra cui una neonata e la madre incinta (che però secondo Israele sono morte in seguito all’esplosione di armi difettose di Hamas).
Le ultime due vittime israeliane sono un manovale che lavorava nella fabbrica centrata dal razzo e una donna che si trovava in auto vicino a un kibbutz, sempre ad Ashkelon.
Il lancio di razzi dalla Striscia è ripreso nella mattina del 5 maggio a seguito dei raid condotti dall’aviazione israeliana a Gaza, al cui confine è stata anche schierata la Settima brigata corazzata.
“Ho dato istruzione alle Forze armate di continuare i massicci attacchi contro gli elementi terroristici a Gaza”, ha affermato il premier Benyamin Netanyahu. “Hamas è responsabile non solo dei suoi attacchi ma anche di quelli della Jihad islamica e pagherà un prezzo molto pesante”.
L’escalation ha preso il via il 4 maggio, quando un razzo lanciato dalla Striscia ha colpito una casa nella città di Ashkelon, uccidendo un uomo di 58 anni. Nelle stesse ore altri razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano Iron Dome, mentre l’esercito dava inizio alle azioni militari contro la Striscia.
Operazioni che hanno causato la morte di 9 palestinesi e al ferimento di altre centinaia di cittadini dell’enclave, che non hanno modo di ripararsi dagli attacchi israeliani.
Le Forze dello Stato ebraico si sono difesi specificando che i loro obiettivi sono unicamente militari e che nei raid di sabato notte sono stati colpiti 60 obiettivi sia di Hamas sia della Jihad islamica. Nei raid tuttavia hanno perso la vita anche cittadini palestinesi.
Intanto la comunità internazionale si è schierata in difesa di Israele, rivendicando il diritto dello Stato ebraico all’autodifesa e senza esprimere una condanna per le azioni militari contro la Striscia.