Rapporto Onu sul clima: “L’emergenza è colpa dell’uomo, il tempo sta per scadere”
“Il tempo a disposizione per fermare la catastrofe del cambiamento climatico sta pericolosamente avvicinandosi alla fine”, è il triste annuncio di Alok Sharma, presidente di turno della conferenza Onu sul clima COP26, presentando i risultati del rapporto delle Nazioni Unite e sottolineando che “non possiamo permetterci di aspettare ancora due anni, cinque anni, 10 anni: questo è il momento di agire. O si agisce ora o non avremo più tempo”.
Il capo del vertice in programma a novembre a Glasgow, in Scozia, ha avvertito che il rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in uscita oggi, mostrerà che il mondo è sull’orlo di un potenziale disastro.
“Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi”, si legge nell’introduzione del rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) delle Nazioni Unite.
La ricetta per riportare il termometro in equilibrio consiste nel dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e portarle a uno zero netto entro il 2050. Se non si inverte la rotta, evidenziano gli scienziati, nel 2030 potremmo arrivare a 3 gradi e nel 2.100 fino a 4.
Il rapporto è il frutto del lavoro di 234 scienziati di 195 Paesi riuniti dal 26 luglio a porte chiuse e virtualmente per negoziare riga per riga, parola per parola, le previsioni degli esperti Onu sul clima che aggiornano le ultime stilate sette anni fa. Il tutto, mentre si susseguono disastri naturali in tutto il mondo, dalle inondazioni in Germania e Cina ai maxi incendi in Europa e Nord America.
Il clima sta cambiando in ogni regione della Terra, in maniera rapida e con fenomeni estremi sempre più frequenti: il rapporto pubblicato oggi è la più aggiornata e completa rassegna scientifica sui cambiamenti climatici, una rassegna che sarà sul tavolo della 26ª Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), la Cop26, che si terrà dall’1 al 12 novembre 2021 a Glasgow.
Molti di questi cambiamenti, rilevano gli scienziati, “sono senza precedenti in migliaia, se non centinaia di migliaia di anni, e alcuni tra quelli che sono già in atto – come il continuo aumento del livello del mare – sono irreversibili in centinaia o migliaia di anni”. Nel comunicato stampa che accompagna il Rapporto, il messaggio alla Cop26 è chiaro fin dalle prime righe: “forti e costanti riduzioni di emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas serra limiterebbero i cambiamenti climatici. Se, da una parte, grazie a queste riduzioni, benefici per la qualità dell’aria sarebbero rapidamente acquisiti, dall’altra, potrebbero essere necessari 20-30 anni per vedere le temperature globali stabilizzarsi”.