Ucraina, oggi il vertice a Ramstein per l’invio di nuove armi: dagli Usa altri 2,5 miliardi di aiuti a Kiev
Oggi il vertice a Ramstein per l’invio di nuove armi all’Ucraina
È previsto per oggi, venerdì 20 gennaio 2023, a Ramstein, nella base statunitense in Germania, il vertice tra i ministri degli Esteri di una quarantina di paesi che sostengono Kiev nella guerra contro la Russia.
Un vertice dal quale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di attendersi “decisioni forti”.
“Servono carri armati tedeschi, carri armati finlandesi, carri armati danesi, carri armati francesi, questo significa che la stessa Europa occidentale deve ora destinare carri armati più moderni all’Ucraina, in modo che possa semplicemente difendersi” ha dichiarato il premier polacco Mateusz Morawiecki.
Intanto, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia e Danimarca hanno già annunciato l’invio di nuovi armi all’Ucraina. Washington ha già stanziato un pacchetto da 2,5 miliardi di dollari, che comprende 59 veicoli corazzati Bradley, che si aggiungeranno ai 50 veicoli corazzati leggeri dello stesso modello promessi il 6 gennaio, e 90 veicoli corazzati Stryker.
Gli Usa, inoltre, consegneranno all’esercito ucraino 53 veicoli corazzati antimine (Mrap) e 350 veicoli da trasporto M998. Con gli ulteriori 2,5 miliardi di dollari stanziati salgono a 26,7 i miliardi di dollari elargiti dall’amministrazione statunitense a Kiev dall’inizio del conflitto.
I riflettori, però, sono tutti puntati sulla Germania, che finora ha frenato sull’invio a Kiev dei carri armati Leopard 2.
Mosca, nel frattempo, sottolinea che è in atto una escalation del conflitto. “Vediamo che (la guerra) si sta davvero sviluppando in una spirale ascendente” ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
“C’è un crescente coinvolgimento indiretto e talvolta diretto dei Paesi della Nato” ha aggiunto Peskov concludendo: “L’Occidente si illude se pensa che Kiev possa vincere”.
Il portavoce del Cremlino, successivamente, ha sottolineato che l’invio di nuove armi all’Ucraina da parte dell’Occidente non cambieranno l’esito della guerra.