Raid dell’Arabia Saudita colpisce un edificio della polizia in Yemen
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Le vittime sarebbero almeno 25. Oltre 30 i feriti, molti dei quali rimasti intrappolati sotto le macerie
La coalizione anti-Houthi guidata dall’Arabia Saudita ha colpito un edificio che ospitava uffici della polizia e la sede della polizia stradale, a Sana’a, capitale dello Yemen. Le vittime sarebbero almeno 25, oltre trenta i feriti.
Lo hanno reso noto lunedì 18 gennaio fonti delle autorità locali. Non è chiaro al momento il numero dei civili coinvolti.
Secondo medici e residenti, alcune persone sarebbero rimaste intrappolate sotto le macerie dopo il raid aereo avvenuto durante la notte.
La coalizione militare, cui partecipano principalmente paesi arabi, combatte i ribelli sciiti Houthi da marzo 2015. L’intervento è stato definito una guerra per procura tra l’Arabia Saudita e l’Iran, che si sfidano su linee settarie per l’egemonia sulla regione.
Secondo i dati forniti dalle Nazioni Unite, quasi seimila persone, per metà civili, sarebbero rimaste uccise nel corso degli scontri.
Un’agenzia di stampa umanitaria con sede a Nairobi ha annunciato la morte di uno dei suoi collaboratori in Yemen. In una nota ha precisato che Al Miqdad Mohammed Alì Mojallal, 35 anni, è stato ucciso domenica a Sana’a.
Alì Mojallal era un giornalista freelance che aveva lavorato con alcuni media occidentali, tra cui Voice of America e il quotidiano britannico Daily Telegraph.
La situazione umanitaria nel paese resta grave: quasi due terzi della popolazione yemenita necessita di aiuti e assistenza.
Domenica 17 gennaio, un attentatore suicida a bordo di un’automobile si era fatto esplodere di fronte alla casa del direttore della sicurezza del porto di Aden, causando la morte di sei persone e ferendone altre. Aden è attualmente sotto il controllo delle forze filo-governative sostenute dalla coalizione.