Raggiunto un accordo storico sul clima
Alla conferenza sul clima di Parigi, quasi 200 rappresentanti da tutto il mondo hanno dato inizio a una nuova era volta a contenere gli effetti del riscaldamento globale
Dopo quattro anni di negoziati, quattordici giorni di colloqui e due notti infinite, sabato 12 dicembre 2015 i rappresentanti di quasi 200 nazioni da tutto il mondo hanno raggiunto un importante accordo sul clima alla conferenza di Parigi.
I delegati francesi, il presidente della conferenza sul clima e il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius hanno presentato il testo finale di quello che è stato definito un significativo passo in avanti verso la risoluzione di uno fra i problemi più gravi del pianeta.
L’accordo sancisce l’inizio di un nuovo corso volto a interrompere l’abuso indiscriminato di combustibili fossili che hanno dominato l’economia globale dalla rivoluzione industriale a oggi.
Il testo conclusivo dell’intesa, di cui per giorni nelle due settimane di colloqui sul clima a Parigi si era dubitato si sarebbe arrivati a una stesura definitiva, è lungo oltre 30 pagine. L’accordo ora dovrà essere ratificato da 55 paesi che – insieme – devono costituire almeno il 55 per cento delle emissioni di gas serra a livello globale.
3 BREVI PUNTI: COSA COMPORTEREBBE L’ACCORDO
1) L’obiettivo principale è quello di contenere gli effetti del surriscaldamento globale e limitare i pericoli derivanti dai cambiamenti climatici indotti dall’uomo.
2) Le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte drasticamente, come già avvenuto a giugno del 2015 al G7 in Germania, al fine di per fermare l’innalzamento delle temperature notevolmente al di sotto di 2°C, considerato il punto limite oltre il quale si avranno effetti catastrofici sull’ambiente mondiale. L’obiettivo è di raggiungere 1.5°C. Dal 1880 l’aumento è stato di 0,85°C. Senza interventi la soglia limite potrebbe essere raggiunta già nel 2035.
3) Le nazioni sviluppate hanno reiterato la loro intenzione di stanziare 100 miliardi all’anno, a partire dal 2020, per aiutare i paesi in via di sviluppo a contenere le emissioni di gas serra. Ci saranno inoltre anche fondi e rimborsi da destinare a chi risente di più del riscaldamento globale o che si trova in una condizione sfavorevole a causa della posizione geografica o delle scarse risorse a disposizione. Ci saranno verifiche ogni cinque anni a partire dal 2023.