Il ragazzo che a Gaza ha creato la prima biblioteca di libri in inglese
Mosab Abu Toha ha 24 anni e una laurea in letteratura inglese. L'estate scorsa ha lanciato l'iniziativa raccogliendo oltre 150 volumi provenienti da ogni parte del mondo
Se oltrepassare i confini della Striscia di Gaza è un sogno quasi impossibile per i due milioni di abitanti che vi risiedono, c’è chi ha trovato un modo tutto suo per farlo: servendosi della propria immaginazione. Questo è ciò che fa ogni giorno Mosab Abu Toha, un giovane 24enne palestinese, che trascorre il suo tempo in compagnia dei libri e che da qualche anno ha deciso di trasformare la sua abitazione nella prima biblioteca di libri in lingua inglese di Gaza.
“I libri possono aiutare a collegare i palestinesi che vivono nei territori assediati al resto del mondo”, ha raccontato Mosab Abu Toha. I suoi libri accatastati in ogni angolo della sua abitazione al terzo piano di uno stabile nella città palestinese di Behit Lahia, nella Striscia di Gaza, gli offrono la possibilità di evadere dalla realtà che lo circonda, regalandogli uno spazio individuale di libertà.
“La libertà è uno stato della mente. Grazie ai libri è possibile liberare se stessi vivendo in un mondo immaginario dove non ci sono confini. Se scelgo di essere libero, posso esserlo in modi diversi. Posso esserlo servendomi della scrittura o delle parole”, ha raccontato il giovane palestinese.
“Il linguaggio – ha aggiunto – è ciò che ci rende tutti esseri umani”. Laureato in letteratura inglese, Abu Toha ha una sete di libri che nella maggior parte dei casi è piuttosto difficile reperire a Gaza, dove è arduo trovare nuove edizioni in lingua inglese.
I file in Pdf non rappresentano di certo una valida alternativa, soprattutto a Gaza che soffre di frequenti interruzioni di corrente.
“Ogni volta che vado in una libreria, vedo raramente dei libri in inglese, soprattutto di autori come Edward Said e Noam Chomsky che scrivono in inglese”, ha precisato Abu Toha, che ha poi spiegato come ci si impieghino almeno tre anni per tradurli in arabo.
A sostenere il progetto di Mosab ci hanno pensato anche i suoi amici all’estero, che si sono impegnati a spedirgli dei libri. “La campagna è iniziata la scorsa estate e finora grazie a loro sono riuscito a raccogliere oltre 150 libri”, ha spiegato a TPI il giovane palestinese.
Mosab ha accumulato così una notevole collezione di volumi ordinati sugli scaffali del suo appartamento. “Sto cercando dei fondi per poter prendere uno spazio e far sì che diventi una biblioteca”, ha raccontato ancora a TPI.
Leggere per lui equivale a trovare la sua dimensione di libertà. “Con i libri si vive liberando se stessi e vivendo in un mondo immaginario dove non ci sono confini”. Tra i suoi autori preferiti, il giovane palestinese ha elencato Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, Paine, Orwell, Hemingway, Huxley, Finkelstein, Chomsky e Said.
Solo così, almeno per qualche ora, Mosab riesce a oltrepassare i confini di Gaza.
Il giovane palestinese ha iniziato a promuovere la sua iniziativa servendosi dei social network, in particolare di Facebook dove ha lanciato un appello affinché le persone in tutto il mondo si prodigassero a inviargli dei libri.
A questa iniziativa ha contribuito Noam Chomsky in persona.
Non sono mancati però momenti di difficoltà e ostacoli: da giugno a settembre 2016, il servizio postale israeliano aveva sospeso il servizio di spedizione e consegna a Gaza, tornato attivo di recente.
I libri inviati da tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa di Mosab impiegano giorni per arrivare a destinazione, ma questo non ha frenato la determinazione del 24enne palestinese.
Tutti coloro che vogliono prendere parte a questo progetto, contribuendo con una donazione di libri, possono spedirli gratuitamente attraverso il sito Better World Books oppure mediante il servizio di posta ordinaria, che ha costi più elevati.
Secondo un sondaggio condotto nel 2016 dal museo palestinese, delle 41 librerie che inizialmente si trovavano a Gaza, 21 hanno chiuso nel corso degli anni e sette sono state distrutte nel 2014 dall’assalto israeliano.
La libreria che si trovava nel quartiere di Shujayea è stata distrutta durante i bombardamenti del 2014, che hanno provocato la perdita di oltre 6mila libri. La stessa sorte hanno subito i circa 10mila libri di proprietà della biblioteca di Beit Hanoun, nel nordest di Gaza.
Dal canto loro, le biblioteche universitarie ancora in piedi fanno fatica a fornire i libri e le nuove edizioni aggiornate ai propri studenti: l’università islamica di Gaza non è stata in grado di importare i nuovi libri in lingua araba, a causa del sopraggiunto colpo di stato militare egiziano del 2013.
Per tutti coloro che vorrebbero aderire all’iniziativa promossa da Mosab, possono farlo scrivendo all’indirizzo bookshopforgaza@gmail.com, oppure attraverso spedizione ordinaria.