Quello che le ragazze nepalesi non possono fare quando hanno il ciclo
Emarginate dalla famiglia, non possono toccare cibo, andare a scuola o raccogliere fiori. 7 ragazze nepalesi hanno documentato ciò a cui sono sottoposte durante il ciclo
Bandana Khadka ha 15 anni e ogni mese, durante il ciclo mestruale, è costretta a vivere lontana dalla propria famiglia.
Non può toccare il cibo, non può stare seduta a tavola con i fratelli e non può nemmeno andare a scuola o raccogliere dei fiori. Bandana non può neanche guardarsi allo specchio. Agli occhi della famiglia è impura e contaminata.
“Quando ho avuto la mia prima mestruazione ho dovuto lasciare casa per sette giorni e vivere altrove. Queste pratiche sono spiacevoli, perché quando abbiamo le mestruazioni ci dovrebbe essere consentito di vivere con i nostri genitori”.
Bandana è una delle sette ragazze nepalesi coinvolte nel progetto promosso dall’organizzazione-non-governativa Water Aid con il fine di sensibilizzare la popolazione mondiale sul ricorso a pratiche igieniche più adeguate.
Il progetto ha avuto luogo nel distretto di Sindhuli, nel sudest del Nepal.
Alle ragazze è stata fornita una macchinetta fotografica per documentare le condizioni alle quali sono frequentemente sottoposte durante il loro periodo mestruale, tra cui l’isolamento e diversi altri divieti. Tutte le immagini da loro scattate sono state poi esposte alla comunità al fine di contribuire a sfatare le false credenze sul ciclo mestruale.
Il progetto è stato reso pubblico sabato 28 maggio, in occasione della Giornata mondiale per l’igiene mestruale, che ogni anno mira a sensibilizzare sull’importanza per le donne di ricorrere a una buona igiene intima durante i periodi mestruali.
In diverse parti del mondo le mestruazioni sono ancora un argomento tabù, che non può essere affrontato attraverso una corretta informazione.
Questo oscurantismo che circonda il periodo mestruale è alimentato da miti e false credenze che nella maggior parte dei casi ostacolano la vita quotidiana di molte ragazze che vivono in queste zone, alterandone così il benessere fisico e mentale.
Nelle aree rurali del Nepal, ad esempio, le ragazze con i ciclo sono considerate impure e contaminate, costrette a vivere ai margini della società per tutta la durata delle mestruazioni, e ciò impedisce loro di condurre una vita sana.
Alle ragazze con il ciclo è vietato recarsi a scuola, entrare in cucina, trovarsi nella medesima stanza in presenza degli uomini della famiglia. Non possono mangiare frutti, non possono specchiarsi e nemmeno pettinarsi.
Questa pratica dell’isolamento ha un nome specifico, Chaupadi, e deriva dall’antica tradizione induista che considera il sangue mestruale impuro e contaminato.
Di conseguenza le donne che hanno il ciclo sono ritenute “infette”.
La pratica dello Chaupadi è stata proibita dalla Corte nepalese nel 2005, ma è ancora in vigore in alcuni villaggi del Nepal.