Quattro persone picchiano un uomo e offendono Trump in diretta Facebook negli Stati Uniti
Sono stati arrestati dalla polizia di Chicago, la vittima sotto shock è stata ricoverata in ospedale dopo la brutale aggressione
La polizia di Chicago ha arrestato quattro persone sospettate di avere diffuso una diretta su Facebook in cui mostrano un uomo legato, imbavagliato e picchiato mentre urlano “Fuck Donald Trump”.
I fotogrammi del video mostrano quattro persone deridere e picchiare l’uomo, seduto in un angolo della stanza, con la bocca imbavagliata e i polsi legati.
“Il video di un brutale attacco nei confronti di un uomo adulto affetto da disturbi mentali è stato diffuso sui social media”, ha detto mercoledì 4 gennaio il sovrintendente di polizia Eddie Johnson ai giornalisti.
La polizia ha fatto sapere che i presunti assalitori, due uomini e due donne, tutti giovani adulti di colore, sono in custodia per essere interrogati.
Gli investigatori vogliono capire se le urla “Fuck Trump” e “Fuck white people” che si sentono nel video possono configurare un crimine d’odio oppure sono “una stupida e immotivata invettiva”.
La vittima è un uomo bianco e a un certo punto viene costretta a urlare l’offesa nei confronti del presidente eletto degli Stati Uniti. Era una conoscenza dei tempi di scuola di uno degli aggressori e probabilmente, come ha spiegato la polizia, è stato rapito e ha passato tra le 24 e le 48 ore con i suoi aguzzini.
“È traumatizzato dall’incidente ed è difficile comunicare con lui, c’è voluta gran parte della notte per calmarlo e poter ascoltare la sua testimonianza”, ha aggiunto l’agente.
A trovare l’uomo sotto shock è stata una pattuglia. Vagava disorientato e confuso in una strada nella periferia di Chicago ed è stato immediatamente trasportato in ospedale per ricevere cure mediche.
Il video dura trenta minuti e in alcuni momenti è arrivato ad essere visualizzato da 16mila utenti. A un centro punto un uomo estrae un coltello e la vittima sembra iniziare a sanguinare: “Ci sarà un omicidio”, si sente commentare un’altra persona.
Un portavoce di Facebook ha duramente condannato l’accaduto.
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