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Home » Esteri

Perché secondo gli scienziati la fine del mondo è più vicina

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Ogni anno un comitato composto anche da premi Nobel stabilisce la portata delle minacce a cui è sottoposto il pianeta, aggiornando il cosiddetto "Orologio dell'Apocalisse"

 
Secondo alcuni eminenti scienziati mancherebbero soltanto 2 minuti alla fine del mondo. Ma non bisogna allarmarsi. Si tratta infatti soltanto di un’indicazione simbolica con cui vengono valutate le varie minacce che mettono in pericolo il pianeta, dalle guerre, ai cambiamenti climatici fino alla proliferazione nucleare.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Ogni anno, dal 1947, un comitato della rivista americana Bulletin of the Atomic Scientists si riunisce a Chicago per aggiornare il cosiddetto “Orologio dell’Apocalisse” (Doomsday Clock in inglese). La mezzanotte di questo orologio simboleggia la fine del mondo, mentre i minuti precedenti rappresentano la distanza ipotetica da tale evento.

L’orologio metaforico era fermo dal 2015 a tre minuti dalla mezzanotte. Quest’anno le lancette sono state spostate in avanti di un minuto, arrivando quindi a segnare le 23.58. Ciò indica che, rispetto agli anni precedenti, gli scienziati hanno rilevato un aumento delle minacce per il pianeta.

L’annuncio per il 2018 è arrivato giovedì 25 gennaio alle ore 16 ora italiana durante una conferenza stampa che si è tenuta a Chicago. Tra i membri del comitato che aggiorna ogni anno le lancette di questo orologio simbolico, ci sono eminenti scienziati.

L’organizzazione vanta infatti tra le sue fila ben 15 premi Nobel.

Negli anni l’orologio è stato regolato numerose volte: nel 1945 venne impostato a 2 minuti dalla mezzanotte, fino a raggiungere i 17 minuti dalla mezzanotte nel 1991, quando finì la guerra fredda e la Russia e gli Stati Uniti cominciarono a ridurre gli arsenali nucleari.

Quest’anno, anche a causa di Donald Trump, si è determinato lo spostamento delle lancette dell’Orologio dell’Apocalisse di 30 secondi verso la mezzanotte; secondo gli scienziati, infatti “la sua decisione di ritirarsi dall’accordo di Parigi, ha fatto tutto il possibile per allontanare il pianeta dalla possibilità di risolvere i problemi legati ai cambiamenti climatici”.

Per non parlare, ovviamente, della crescente minaccia nucleare rappresentata dalla Corea del Nord del dittatore Kim Jong-un, diventata sempre più realistica a che a causa delle discutibili capacità diplomatiche e negoziali del presidente degli Stati Uniti.

La decisione di far avanzare la lancetta dei minuti è stata determinata infine dalla paura circa le sorti del pianeta a causa “del deterioramento della sicurezza mondiale nel contesto di una crescente ignoranza sulle competenze scientifiche”.

 

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