Quando Biden diceva: “Annettere alla Nato gli Stati Baltici sarebbe un errore”
Biden nel 1997 sosteneva fosse un errore permettere ai paesi Baltici di entrare nella Nato perché avrebbe potuto scatenare reazioni da parte dei russi. A provarlo è un video pubblicato sul web che ha raggiunto oltre 2,7 milioni di utenti. Sul palco parla l’allora senatore Biden ed esprime un concetto: “Annettere alla Nato gli Stati Baltici” sarebbe l’unica mossa che rischierebbe di provocare una “riposta vigorosa e ostile” da parte della Russia. Nel 2004 Lituania, Lettonia ed Estonia entrarono invece a far parte dell’Alleanza atlantica, insieme a Repubblica Ceca, Romania e Bulgaria.
Biden in 1997 saying that the only thing that could provoke a “vigorous and hostile” Russian response would be if NATO expanded as far as the Baltic states pic.twitter.com/i0yfEgIGZA
— . (@ImReadinHere) March 7, 2022
“Penso che l’unico punto in cui si creerebbe la più grande costernazione a breve termine sarebbe l’ammissione degli Stati baltici” diceva il futuro presidente americano al Consiglio Atlantico degli Stati Uniti il 18 giugno 1997. Ciononostante si augurava un’espansione della Nato a Est, una volta “convinta” la Russia che ciò sarebbe stato in linea con i suoi interessi in termini di sicurezza. Sarebbe un eufemismo dire che questo tentativo di persuasione non ha funzionato.
Quest’anno si sono unite Finlandia e Svezia che hanno aperto l’iter di adesione, e l’Ucraina ha espresso la sua volontà di raggiungere l’alleanza. L’annessione dei territori del Donbass da parte della Russia è stata condannata dagli Stati Uniti e dai loro alleanti e ha spinto Kiev ad ufficializzare la sua richiesta di adesione. Sono a favore Polonia, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Macedonia settentrionale, Montenegro, Romania e Slovacchia. Gli altri sembrano scettici, anche per non dover ammettere uno stato in guerra. Il segretario generale della Nato Stoltenberg ha ribadito due giorni fa che l’alleanza atlantica non fa parte dei belligeranti in campo, nonostante il deciso sostegno militare garantito all’Ucraina da gran parte dei suoi membri. La richiesta di Kiev era già stata bocciata nel 2008, quando Nicolas Sarkozy e Angela Merkel condividevano la stessa visione del Biden del ’97.
A marzo il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov aveva detto che se l’Ucraina avesse incluso il principio di neutralità nella sua Costituzione, impegnandosi a non raggiungere la Nato e avesse riconosciuto la Crimea come russa e l’indipendenza del Donbass, la Russia avrebbe interrotto le sue operazioni militari. Ma il campo occidentale non vuole rinunciare all’influenza su Kiev.
L’annessione di quattro regioni dell’Ucraina alla Russia e la richiesta di adesione rapida alla Nato da parte di Zelensky, cosa succederà? Ospite da Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, nella puntata del 30 settembre, Lucio Caracciolo fa la sua analisi della situazione: “La guerra si aggrava e le possibilità di negoziato si riducono praticamente a zero. Adesso il conflitto sul suolo contestato in Ucraina diventa un conflitto in Russia e significa che l’Ucraina entrerà presto nella Nato”. Quindi, sottolinea il direttore di Limes, “il conflitto sarà tra Russia e Nato in maniera esplicita”.