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Quali documenti servono per trasferirsi all’estero

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Il sogno di trasferirsi all’estero è diventato una realtà? Non resta che organizzare il trasloco degli effetti personali, e portare con sé tutti i documenti necessari all’espatrio. Per non avere brutte sorprese è bene informarsi con largo anticipo sul tipo di documenti da esibire. Se in Europa esistono regole comuni, e un’ampia libertà di movimento per chi vi risiede, altrettanto non si può dire dei paesi extra-UE dove, oltre ai documenti di identità, sono richiesti specifici visti d’ingresso per turismo o per lavoro.

Trasferirsi all’estero, le prime considerazioni

Temporaneo o permanente il trasferimento all’estero rende necessaria tutta una serie di considerazioni ma, soprattutto, il possesso di alcuni specifici documenti.

Chi sceglie di trasferirsi all’estero deve prendere in esame le eventuali difficoltà linguistiche, in caso di scarsa conoscenza dell’idioma locale. Per trasferirsi all’estero è utile valutare usi, tradizioni e cultura del paese prescelto, considerare costi e qualità della vita e, soprattutto, conoscere da vicino le opportunità di lavoro.

Trasferirsi all’estero comporta anche tutta una serie di costi. Si va dalle spese di viaggio a quelle di alloggio, passando per il trasloco degli effetti personali e dei propri beni. Il trasloco, ad esempio, se pianificato in maniera superficiale può trasformarsi in un autentico disastro, per questo è importante rivolgersi a un professionista di settore, serio e preparato.

Traslochi Europa e traslochi Extra-UE.

Trasferendosi all’estero è determinante affidare i propri effetti personali a un’agenzia di traslochi internazionali, seria e preparata a sostenere un trasferimento entro i confini UE, così come un trasloco fuori dal territorio europeo.

Un trasferimento fuori dal perimetro europeo prevede un iter burocratico più complesso, l’impatto delle spese doganali e le difficoltà che scaturiscono dalla maggior distanza.

In caso di un trasloco europeo si privilegia l’uso di trasporti via terra, mentre verso gli altri continenti si preferisce l’utilizzo della nave o dell’aereo. Il trasferimento in nave ha tempistiche più lunghe ma meno costose, mentre quello in aereo è più veloce, ma sicuramente molto più costoso.

I documenti per trasferirsi all’estero dall’Italia all’Europa

I cittadini italiani, come tutti gli altri europei, hanno il diritto di trasferirsi in qualsiasi paese dell’UE per vivere, studiare, mettersi alla ricerca di un lavoro.

Per trasferirsi in un altro paese UE è necessario essere in possesso di un documento di identità valido per l’espatrio.

Il soggiorno in un altro paese europeo è consentito sino a un massimo di tre mesi senza procedere ad alcuna registrazione, al massimo può essere richiesto di segnalare la propria presenza. Unico requisito è quello di essere in possesso di un documento di identità nazionale, o di un passaporto valido.

Se il trasferimento va oltre i tre mesi il paese ospitante di norma richiede l’iscrizione per i residenti presso il Comune o il commissariato di polizia. Una volta registrato, il cittadino ottiene un certificato di iscrizione anagrafica.

I cittadini italiani che fissano all’estero la dimora abituale devono necessariamente iscriversi all’AIRE – Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero.

In molti paesi dell’Ue è necessario portare sempre con sé la carta d’identità o il passaporto, che possono essere richiesti in qualsiasi luogo o momento della permanenza. Chi ne risulta sprovvisto può essere multato o trattenuto temporaneamente.

Dopo la Brexit, per trasferirsi e lavorare nel Regno Unito oltre al passaporto è necessario essere in possesso del visto per Skilled Worker, ovvero lavoratore qualificato, che si ottiene dopo aver raggiunto specifiche condizioni e relativo punteggio. Per vivere in pianta stabile a Londra, o in altre città del Regno Unito, è necessario richiedere il NIN (National Insurance Number), che equivale al nostro codice fiscale.

Quali documenti vengono richiesti per formalizzare il trasferimento nei paesi Extra-UE

Chi sceglie di trasferirsi fuori dai confini dell’UE per cambiare vita, per una nuova esperienza professionale, o per studio, deve disporre del Passaporto ma, soprattutto, munirsi di un visto d’ingresso appropriato.

Il più comune ‘visto turistico’ ha una durata limitata generalmente di 90 giorni, e non consente di svolgere un’attività lavorativa stabile in America così come in Australia, e di norma in tutti i paesi extra-UE.

Per trasferirsi fuori dai confini europei per lavoro è necessario ottenere un visto immigrati, dimostrando di avere già un impiego stabile. Negli USA il visto permanente si può ottenere solo se il datore di lavoro avvia regolare richiesta di certificazione al Dipartimento del Lavoro statunitense. In Australia i visti di lavoro si differenziano in base alla professione svolta, all’età, agli anni di esperienza accumulati e alle qualifiche ottenute nel percorso professionale.

Si può ottenere un visto anche in caso di permanenza stabile per studio o formazione, formalizzando una serie di passaggi obbligati.

Al di fuori dell’Europa, per ottenere l’autorizzazione al trasferimento non esiste uniformità di procedure, e ogni paese ha le proprie regole.

Le informazioni dettagliate sui visti d’ingresso, necessari per trasferirsi, sono di solito pubblicate sui siti dell’Ufficio d’Immigrazione del Paese di destinazione. Si possono reperire informazioni anche sui siti delle rappresentanze diplomatiche del Paese estero presenti in Italia.

In caso di un trasferimento stabile il visto d’ingresso per lavoro non sempre è sufficiente per avere un impiego. Ogni paese ha le proprie regole, che stabiliscono come accedere al mercato del lavoro. I permessi di residenza e lavoro possono avere anche una durata limitata nel tempo, senza possibilità di rinnovo. Meglio chiedere informazioni con largo anticipo, e comunque prima di avviare un progetto di vita a lungo termine in un paese straniero.

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