“Trump segretamente in guerra contro Obama, pedofilo satanista”: la folle teoria che porta i seguaci a uccidere
Terzo episodio della miniserie di approfondimento di TPI su QAnon, il movimento convinto che il mondo sia governato da un’élite criminale guidata da ex presidenti e finanzieri. Talmente assurdo che potrebbe quasi far ridere, se non fosse che in maniera drammaticamente esponenziale sta lasciando dietro di sé sangue e violenza
Dicembre 2016. Un uomo, Edgar Maddison Welch, entra in una pizzeria ma non per comprare una margherita. Quell’uomo, 28 anni, biondo, capelli lunghi, barba incolta, blue jeans e scarpe da lavoro ai piedi, vuole vedere cosa succede nei sotterranei (inesistenti) della pizzeria Comet Ping Pong di Washington. Ha con sé un fucile da guerra AR-15 e una pistola calibro 38. Per tre quarti d’ora controlla le stanze del ristorante, parte un colpo dall’arma più grossa delle due. Cosa o chi cercava Edgar Maddison Welch? Lo vediamo dopo, ma possiamo anticipare questo: Welch aveva creduto a delle notizie molto gravi, embrioni di quella che a breve sarebbe diventata una teoria diffusa e complessa: QAnon.
QAnon: la tesi cospirazionista
Non è facile riassumere una teoria complessa in poche righe e solo la genesi di tutta questa vicenda, così come le motivazioni del gesto di Edgar Welch, ha radici profonde che affondano nel clima avvelenato delle presidenziali Usa del 2016 e del Deep Web. Non basterebbe un libro per spiegare il fenomeno, ma ci proviamo.
Q, il nome in codice del co-protagonista di questa storia, sarebbe un agente segreto che a partire dal 2017 avrebbe cominciato a far trapelare informazioni segrete sulla guerra sommersa intrapresa dall’altro protagonista della teoria, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, contro il Deep State (o Cabala), ovvero il Nuovo Ordine Mondiale, ai cui vertici ci sarebbero, tra i tanti, Hillary Clinton, Barack Obama, Bill Gates e ovviamente l’immancabile George Soros.
Q ha cominciato a parlare ai suoi seguaci su 4chan e 8chan, forum del deep web dove tutto è concesso, promettendo di rivelare ciò che accade nei palazzi del potere e di svelare le trame del Deep State. Dopo una serie di profezie ovviamente non avveratesi (tra cui l’arresto della Clinton per reati riferibili alla tratta umana, evento mai avvenuto) e di clamorose fake news, Q nel tempo è diventato più criptico con i suoi adepti, costruendo intorno alla propria figura una narrazione misteriosa ed affascinante che, molto probabilmente, è diventata la sua fortuna.
Q oggi parla attraverso messaggi estremamente vaghi, i drop, la cui interpretazione è affidata ai suoi sostenitori. A corredo dei messaggi vengono inserite misteriose stringhe alfanumeriche, messaggi in codice che secondo, le analisi del ricercatore ed esperto di password Mark Burnett, potrebbero non essere nient’altro che digitazioni casuali di una mano sulla tastiera Qwerty.
Dalla bugia alla teoria il passo è stato breve: così è nato QAnon, una teoria potenzialmente esplosiva che oggi si stima attiri milioni di seguaci nel mondo, fra cui decine di migliaia in Italia (ne abbiamo parlato qui nel primo episodio della miniserie di TPI).
L’ossessione per la pedofilia e le pericolose conseguenze sociali
L’inesistenza del Covid-19, il piano Kalergi, il 5G, l’antisemitismo e le scie chimiche. Nel complesso cosmo QAnon le teorie complottiste più o meno ci sono tutte. Il filo rosso che collega qualsiasi narrazione però pare essere uno: la pedofilia. Gli adepti sono chiamati ad una guerra online a colpi di tweet e hashtag per aiutare Trump a salvare i bambini da un traffico di dimensioni mondiali organizzato e promosso dal Deep State.
Indipendentemente dal giudizio qualitativo delle teorie QAnon, c’è una considerazione quantitativa da prendere in considerazione se si vuole comprendere il fenomeno: la propaganda di Q inonda il web di contenuti in praticamente tutte le lingue del mondo, tutti i giorni, e avvolge i propri adepti di un flusso di controinformazione “coerente” e incessante. La pedofilia e la divisione manichea del mondo in “buoni e cattivi” ha come primo effetto la completa disumanizzazione dell’avversario politico: gli “altri”, agli occhi dei seguaci di Q, non sono più concorrenti in una competizione democratica, ma nemici che rapiscono, stuprano e uccidono i bambini. Pedofili e satanisti asserviti ad un disegno oscuro e malefico.
La polarizzazione creatasi negli occhi e nelle menti deboli dei suoi adepti non può che risolversi in un solo e drammaticamente necessario modo: sradicando il male alla sua radice. Ad ogni costo. E il costo di questa follia generale sta diventando sempre più pericoloso. La leva sulle schegge impazzite è esponenzialmente più efficace ogni giorno e QAnon sta lasciando dietro di sé una lunga scia di sangue.
Sangue, violenza e propaganda: QAnon come potenziale minaccia terroristica
Non bisogna avere paura a dirlo senza mezzi termini: sebbene non tutti i QAnons siano cattive persone, la teoria che ne sta alla base è potenzialmente esplosiva. Ad affermarlo non è solo chi sta scrivendo questo articolo ma anche l’FBI, che in una nota del 2019 ha classificato la teoria e tutte le sue ramificazioni come “minaccia di terrorismo interno”, sottolineando che molto probabilmente “QAnon nel tempo emergerà, si diffonderà e si evolverà nella moderna sfera dell’informazione, spingendo di tanto in tanto sia gruppi che singoli estremisti a compiere atti criminali o violenti”. I pericoli della teoria, tuttavia, non sono rimasti solo nero su bianco.
Dalla fake news alla violenza
Abbiamo lasciato Edgar Maddison Welch in una pizzeria di Washington. Per fortuna il colpo d’arma da fuoco non ha provocato danni e l’uomo, padre di due figli, viene arrestato. Agli agenti spiega subito i motivi del gesto: “Cercavo i pedofili”, dice. “Pizzagate”, afferma con certezza l’agente che lo ammanetta. Pizzagate, la teoria per cui nei sotterranei della nota pizzeria Comet Ping Pong di Washington ci sarebbe un giro di pedofili guidati da Hillary Clinton.
Q appare al grande pubblico poco dopo e partendo dalle fondamenta di quella leggenda digitale costruisce il suo personaggio. I casi di cronaca nera correlati a Q negli Stati Uniti, dopo quella vicenda, sono poi cresciuti esponenzialmente. Nel 2018 un cittadino dell’Arizona blocca un ponte vicino alla diga di Hoover con un veicolo blindato, due fucili d’assalto e oltre 900 munizioni. Successivamente si dichiarerà colpevole di un’accusa di terrorismo.
Nello stesso anno, in California, un altro cittadino statunitense è stato bloccato poco prima dell’azione: nella sua auto è stato ritrovato materiale per fabbricare una bomba che sarebbe dovuta esplodere presumibilmente contro obiettivi del Partito democratico. Nel 2019 Anthony Comello ha ucciso Frank Cali, perché ossessionato dall’idea che quest’ultimo fosse un membro del Deep State coinvolto nella tratta. Il 25 settembre dello stesso anno un 41enne ha danneggiato pesantemente la cappella della Holy Hill a Sedona, in Arizona, mentre accusava la Chiesa cattolica di traffico di esseri umani.
Sono decine i casi simili a questi, fenomeni in crescita tra cui si registrano rapimenti, aggressioni, incendi e tentate stragi (fra cui il progetto di assassinio del candidato presidente Joe Biden). In molti casi, va detto, senza le indagini e l’intervento della polizia si sarebbero registrati esiti ben più gravi.
Anche in Europa non mancano casi: il 3 ottobre di quest’anno oltre settanta artefatti di grande importanza storica custoditi al Museo di Pergamo, a Berlino, sono stati vandalizzati o distrutti da un supporter di QAnon convinto che fossero rappresentazioni sataniche. Con alcune distinzioni anche la strage di Hanau (9 morti e 5 feriti) può essere correlata alla martellante propaganda di Q poiché nel computer dell’autore, l’estremista di destra e neonazista Tobias Rathjen, sono stati trovati materiali di disinformazione che solitamente gravitano intorno alla teoria.
Che succederà il giorno dopo delle elezioni Usa?
Viene da pensare che QAnon non sia solamente la teoria stramba di qualche catena WhatsApp sfuggita di mano ma un disegno orchestrato da forze che probabilmente provengono da diverse direzioni e che vogliono destabilizzare la società e il già fragilissimo equilibrio democratico, non solo statunitense ma occidentale in toto.
Secondo alcune stime sono oltre dieci milioni gli americani convinti che le teorie di QAnon siano vere o in gran parte vere, un elettore repubblicano su tre. Cosa potrebbe succedere se il 5 novembre di quest’anno, al risveglio dalla tornata elettorale in cui verrà eletto il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America, milioni di americani armati si sentissero governati da un gruppo di satanisti che vogliono sottrarre loro i propri figli per decimarli?
L’esito delle elezioni potrebbe non essere pacificamente accettato, probabilmente. Una bomba sociale il cui detonatore è ormai da qualche parte nel web, sfuggito al controllo di tutti. E che spopola nello Stato più armato al mondo.
QAnon, la mini serie di TPI
Uomini bianchi radicalizzati e isolati che si attaccano alle teorie del complotto di cui leggono online e si considerano parte di un movimento più ampio per combattere contro un gruppo che considerano malvagio. Essere americani non è più una condizione imprescindibile al diventare un guerriero digitale di Q.
QAnon è sbarcata in Europa dove nel malcontento crescente della classe media ha presto trovato terreno fertile. Germania e Regno Unito sono le nazioni più colpite, ma i numeri crescono anche in Francia e Italia. Proprio di ciò che succede nel nostro Paese abbiamo scritto nei precedenti episodi di questa mini serie: chi sono i QAnons italiani, cosa promuovono e come si organizzano. Abbiamo intervistato anche un esponente del movimento italiano. Nelle prossime puntate parleremo dei possibili effetti sulle elezioni Usa e di ciò che succede fra le fila dei QAnons oggi, a pochi giorni dal voto che condizionerà forse le sorti del mondo intero.
– Episodio 1: La teoria del complotto QAnon spopola anche in Italia: ecco chi c’è dietro
– Episodio 2: Esclusivo: Parla l’uomo che sta diffondendo la teoria QAnon in Italia: “Vi spiego chi siamo e cosa vogliamo fare”